“Kiev può attaccare in Russia, capo Wagner a Difesa”

Primo piano di un mercenario in tuta mimetica, con il volto coperto da una maschera, imbracciando il fucile.
Mercenari italiani filorussi

ROMA. – La batosta di Izyum è difficile da digerire per i russi, che dopo aver visto Volodymyr Zelensky sfilare trionfalmente in città ora temono addirittura un’invasione delle truppe ucraine.

Gli analisti concordano, a Mosca vogliono trovare un capro espiatorio e in tempi rapidi: in pole position per il patibolo il ministro della Difesa Serghei Shoigu, mentre il nuovo volto della guerra potrebbe essere quello del falco tra i falchi, quel Yevgeny Prigozhin passato dalle cucine dello zar alla guida del Gruppo Wagner, l’internazionale mercenaria di Vladimir Putin.

La tesi russa sul riposizionamento delle truppe, già utilizzata per giustificare il ritiro dal fronte di Kiev e poi dall’isola dei Serpenti, questa volta si è risolta in un clamoroso flop della propaganda e il minaccioso monito di Mosca ai critici, “state attenti a quello che dite”, sembra essere poco efficace. Tanto che le bordate al ministero della Difesa si sono moltiplicate nell’universo dei blogger militari russi, che oltre a contare su milioni di appassionati seguaci sono la punta di diamante della propaganda a sostegno “dell’operazione speciale” in Ucraina.

Dopo la disfatta nella regione di Kharkiv “la minaccia di una attacco su larga scala in territorio russo è reale”, ammonisce tra i tanti Vladlen Tatarsky, blogger ultranazionalista che conta su un canale Telegram con oltre 440mila iscritti. Proprio lui avrebbe incontrato nelle ultime ore Prigozhin, molto vicino a Putin e capo dell’organizzazione che conta almeno 8mila mercenari di professione schierati su tutti i fronti caldi del neoimperialismo russo, in Africa, Medio Oriente e Ucraina ovviamente.

Alla domanda “cosa bisogna fare” per prepararsi a un possibile attacco terrestre alla regione russa di Belgorod, il numero uno della Wagner ha risposto snocciolando una serie di misure difensive, dai sistemi di fortificazione alle barriere anticarro. “Tutte cose che si trovano in un qualsiasi manuale, spero il ministero della Difesa se ne occuperà. Se poi qualcuno lo chiede lo faremo noi”, ha detto velenosamente al blogger russo. Intanto veniva pubblicato un video di Prigozhin che arringava i detenuti di una prigione: “Nessuno torna in galera, dopo sei mesi di servizio siete liberi. Ma se arrivate in Ucraina e decidete che non è per voi vi giustizieremo”, è il tremendo invito all’arruolamento per la nuova “Grande guerra patriottica” russa.

L’analisi del think tank americano Institute for the Study of War è che il Cremlino stia scaricando la responsabilità delle sconfitte “sugli ambienti militari” e che Prigozhin venga già “presentato come il volto nuovo dell’operazione speciale”, mentre gli esperti del britannico Royal United Services Institute segnalano che Shoigu “ha fatto da parafulmine” e che “la popolarità di Putin non è intaccata, sulla graticola c’è il ministero della Difesa”.

Secondo queste analisi, da un lato Mosca si prepara a scaricare Shoigu e darlo in pasto all’opinione pubblica delusa, mentre dall’altro cerca di ribaltare a proprio vantaggio le sconfitte organizzando una “cripto-mobilitazione generale”. Per questo alimenta le paure della popolazione e il patriottismo. E chi meglio della Wagner per spingere all’arruolamento? “Avanziamo, nonostante la difficile situazione. Popasnaya, Uglegorskaya… la prossima città potrebbe essere la tua. Carri armati, aerei, artiglieria, fanteria, ricognizione, ci sono posti e mezzi per tutti, l’importante è voler andare”,  recita l’ultimo manifesto di reclutamento dei mercenari.

(di Claudio Accogli/ANSA).

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