Coronavirus Italia: casi e morti in calo. Gimbe boccia il piano scuola

Sanitari dell'ospedale San Filippo Neri a Rome, nella zona isolamento Covid..
Sanitari dell'ospedale San Filippo Neri a Rome, nella zona isolamento Covid.. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Continuano a calare i contagi da Covid-19 nel mondo e anche in Italia, così come si conferma la diminuzione dei decessi nel nostro Paese. Un trend che indica un andamento al momento positivo dell’epidemia ma che non deve spingere ad abbassare la guardia, soprattutto ora in concomitanza con la riapertura delle scuole.

Proprio sui rischi legati al ritorno tra i banchi di milioni di studenti, senza più mascherine e distanziamento, mette infatti in guardia la Fondazione Gimbe, che boccia il piano di ripresa delle lezioni previsto dal governo. Mentre la rivista Lancet esprime un duro giudizio sulla gestione globale della pandemia.

Nella settimana 7-13 settembre, evidenzia Gimbe nel suo monitoraggio indipendente, le infezioni sono scese del 12,9%, i ricoveri in terapia intensiva dell’11,9%, quelli ordinari del 13,3%, rispetto alla settimana precedente. In diminuzione anche i decessi (-14,3%). Da “4 settimane consecutive – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione – prosegue la lenta discesa dei nuovi casi settimanali che si attestano intorno a quota 108 mila”.

Anche a livello mondiale, secondo l’ultimo bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la curva della pandemia continua a scendere: nella settimana 5-11 settembre i nuovi casi sono stati 3,1 milioni con un calo del 28% rispetto alla settimana precedente. È sceso invece del 22% il numero di morti, con 11mila decessi segnalati in 7 giorni. I contagi hanno registrato un netto calo in tutte le aree del mondo.

Sul fronte delle varianti, BA.5 continua a guadagnare terreno e ha raggiunto, afferma l’Oms, il 90% dei campioni di virus analizzati, rispetto all’82,4% della settimana prima. Cala, invece, BA.4, passata dall’8% al 6,1% dei campioni. Proprio sulle varianti, il virologo Roberto Burioni annuncia che uno studio sulla variante Omicron 4-5, sulla rivista Cell, ne conferma la maggiore contagiosità, la capacità di infettare le persone vaccinate e/o guarite (anche da Omicron 1 o 2) e “purtroppo anche la prevedibile maggiore patogenicità”.

Ma su questo punto dissente l’infettivologo Matteo Bassetti: “Sul grado di maggior aggressività patogenica ho molti dubbi che mi vengono dall’osservazione clinica”. Ma se il quadro internazionale induce alla speranza – con l’Oms che ieri ha affermato che siamo vicini alla fine della pandemia – in Italia cresce però la preoccupazione legata alla riapertura delle scuole. Critico il giudizio della Fondazione Gimbe: “Nel vortice della campagna elettorale la scuola non ha ricevuto l’attenzione necessaria.

Il piano predisposto per l’anno scolastico 2022-23 – avverte Cartabellotta – appare inadeguato non tanto per le misure previste, quanto per le raccomandazioni spesso generiche e, soprattutto, per le eccessive responsabilità scaricate sulle scuole, prive delle necessarie risorse e competenze sanitarie. Il rischio è quello di un impatto rilevante sulla circolazione virale e sulla salute pubblica, ma anche sui giorni di scuola perduti”.

Invita a tenere alta la guardia anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi, rilevando come se “ci sono 9 Regioni, quasi tutte al Sud, in cui i contagi continuano a decrescere, 8 Regioni hanno ancora una decrescita ‘timida’ e 4 in Regioni invece i contagi crescono”. Intanto, si confermano in calo i contagi giornalieri: sono 17.978 nelle ultime 24 ore (ieri 18.854). Le vittime sono 60, in calo rispetto alle 69 di ieri, ed il tasso è al 12,2% in lieve aumento.

Negli ospedali, invece, sono 143 i ricoverati in intensiva, 8 meno di ieri, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 3.632 (-87). Un giudizio pesante sulla gestione complessiva della pandemia arriva tuttavia dalla rivista Lancet. Gli oltre 17 milioni di morti stimati a livello mondiale nei primi due anni di pandemia rappresentano “una profonda tragedia e un enorme fallimento globale su più livelli” nella risposta all’emergenza Covid, con ritardi ed errori commessi da parte di governi, istituzioni e anche cittadini, denuncia un rapporto della Commissione istituita dalla rivista con 28 esperti mondiali.

(di Manuela Correra/ANSA)

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