Social media, diseguaglianze favoriscono uso deviato ragazzi

PADOVA, 15 SET – Le diseguaglianze socio-economiche tra gli adolescenti, misurate a vari livelli, hanno una relazione diretta con l’uso problematico dei social media. Il dato emerge da uno studio internazionale pubblicato su «Information, Communication & Society» e firmato da Michela Lenzi, del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova. L’indagine è stata effettuata su un campione di circa 180.000 adolescenti di 11, 13 e 15 anni iscritti a oltre 6.200 scuole di 43 paesi o regioni appartenenti al network “Health Behaviours in School-aged Children”, uno studio cross-nazionale promosso dall’Oms che viene svolto ogni quattro anni.

Dallo studio emerge inoltre che a scuola più lo status socio-economico degli adolescenti si allontana, in media, da quello degli studenti più ricchi, maggiore è il rischio di fare un uso problematico dei social media, a prescindere dalla ricchezza assoluta. E questo soprattutto tra le ragazze e i ragazzi che hanno minor sostegno da parte degli amici. A livello nazionale, in particolare, esiste una relazione tra diseguaglianze e uso problematico dei social media solo per gli adolescenti con basso livello di sostegno familiare. Le spiegazioni di questi risultati devono essere indagate in maniera più approfondita: infatti da un lato la preoccupazione per il proprio status, favorito dal vivere in contesti diseguali, può portare l’adolescente a cercare sui social una distrazione o uno sfogo di sentimenti negativi. Dall’altro i social media offrono la possibilità di cercare modelli alternativi con cui confrontarsi, e di plasmare la propria immagine amplificandone gli aspetti positivi, tutti processi che potenzialmente portano ad un uso “problematico”.

La scuola è il luogo ideale per prevenire tali effetti, è la conclusione dei ricercatori, perché è in questo contesto che le conseguenze delle diseguaglianze si fanno maggiormente sentire in adolescenza. “Interventi mirati a ridurre le diseguaglianze socio-economiche – commenta Lenzi – potrebbero avere ripercussioni positive anche nella prevenzione dell’uso problematico dei social media, oltre che su una grande varietà di conseguenze sanitarie e sociali come l’uso di sostanze, le gravidanze adolescenziali e l’obesità. Riducendo la tendenza a considerare lo status economico una misura del valore personale, ma anche promuovendo la coesione e il sostegno tra studenti e l’insegnamento di competenze emotive, sociali e digitali”. (ANSA).

Lascia un commento