Eurobasket: liberi fatali, Italia sfiora nuova impresa

Un attacco dell'Italia. (ANSA)

MILANO.  – Il lungo abbraccio tra Melli, uscito per falli dopo una partita stoica di fronte al tótem Gobert, e un commosso Gianmarco Pozzecco rappresenta il perfetto saluto dell’Italia agli Europei che dopo quella con la Serbia arriva vicinissimo ad una nuova impresa: un gruppo di granito, che spesso riesce ad andare oltre le aspettative e i propri limiti con un senso di appartenenza viscerale. La sconfitta 93-85 all’overtime contro la Francia è amara, violenta, crudele.

Sono i dettagli a fare la differenza in una gara a cui l’Italia resta aggrappata con i denti prima e sembra poi conquistare di forza grazie ad un 12-0 a cavallo del terzo e quarto periodo. Ci sono i due liberi sbagliati da Fontecchio a 14” dalla sirena sul +2 che avrebbero di fatto sancito la vittoria, trasformandosi invece nell’antipasto del pareggio di Huertel, il boia azzurro con 20 punti complessivi di cui 6 nel supplementare.

Inutile buttare la croce su Fontecchio, assoluto protagonista dell’Europeo azzurro e top scorer con 21 punti, e Pozzecco lo coccola: “L’errore al tiro può capitare a tutti, stanotte non dormirà ma poi capirà che torneo ha disputato. Da Mvp”. Altrettanto chiaro come segnarne almeno uno avrebbe probabilmente cambiato il destino azzurro, costringendo la Francia ad un canestro dall’arco invece che un comodo lay-up.

Tra i crudi rimpianti c’è anche la tripla di Datome (12) che varrebbe il sorpasso a 72” dalla fine dell’overtime e che invece si infrange sul ferro. E, soprattutto ci sono alcuni fischi arbitrali che lasciano basiti e perplessi: il tecnico a Spissu (21) per flopping sul +5 è un errore marchiano quanto decisivo in una gara così equilibrata. “Perché non hanno usato l’instant replay”, si domanda Pozzecco, a cui gli arbitri non hanno stretto la mano a fine gara dopo averlo punito con l’ennesimo fallo tecnico in un momento chiave dell’overtime. La qualità dei fischietti, spesso inadeguata, resta tema spinoso per la FIBA (complice la faida con Eurolega, chi arbitra da una parte non può arbitrare dall’altra) viste le tante critiche piovute anche da altre nazionali (Lituania in primis).

Ma il verdetto del campo è solenne, sebbene spietato: l’Italia si ferma ancora ad un passo dalla semifinale per la quarta volta consecutiva, come nel 2013, nel 2015 e nel 2017. Datome, che potrebbe dire addio alla Nazionale, trattiene a stento le lacrime: “Fa male e farà male. In questi anni non abbiamo mai avuto una botta di fortuna”. Melli, il prossimo capitano, prima rimarca “l’orgoglio” per il percorso fatto, poi recrimina per non aver avuto abbastanza “cinismo” per chiudere la gara e infine non può trattenersi da spendere due parole sugli arbitri: “Bisogna fare qualcosa, ci sono stati troppi errori in questo torneo”.

É un’Italia che ha bisogno di chili e centimetri per fare l’ultimo salto di qualità: la lotta a rimbalzo è impari (43-33). La possibilità di inserire Paolo Banchero, numero uno al draft, in tal senso dovrebbe rasserenare per il futuro che appare comunque roseo, con talenti in rampa di lancio del calibro di Spagnolo e Procida. La consolazione al fiele: Pozzecco aveva detto che sarebbe servito un miracolo per battere la Francia, è servito alla Francia per battere l’Italia. Non vale una medaglia, vale per l’onore.

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