Tasse straordinarie a grandi società, tutto il centro-destra si schiera contro

MADRID — Partner del governo a favore, tutto il centro-destra contrario. Oggi al Congresso dei deputati spagnolo si sono andate delineando le posizioni dei partiti sulle tasse straordinarie a grandi società promosse dal governo Sánchez: un provvedimento con il quale il premier vorrebbe evitare che, nell’attuale scenario di alta inflazione e crisi energetica, “le sofferenze della maggioranza si trasformino in utili per una minoranza”. E gli schieramenti sono risultati chiari, con Partito Popolare, Ciudadanos e Vox contrari all’ammissione a dibattito la proposta, secondo le cronache dei media iberici. Nonostante il loro “no”, il percorso del progetto di legge a riguardo proseguirà il proprio iter parlamentare. 

L’idea del governo, secondo quanto spiegato da Sánchez a luglio ai deputati, è di iniziare a scuotere i nuovi tributi, che dovrebbero gravare su “profitti extra” di grandi banche e compagnie energetiche, dal 2023. A partire da quel momento, l’obiettivo è di raccogliere sette miliardi di euro in due anni: denaro che andrebbe poi a finanziare aiuti a famiglie e aziende.

“Tempi straordinari esigono sforzi straordinari”, ha dichiarato la deputata socialista Patricia Blanquer. “Abbiamo dimostrato di essere dalla parte di chi ne ha più bisogno, e adesso torneremo a dimostrarlo”.

L’ammissione a dibattito del progetto di legge è stato approvato con 187 voti a favore, 153 contro e 8 astensioni. Facendo i calcoli, ciò significa che, oltre ai due gruppi parlamentari proponenti (PSOE e Unidas Podemos) anche i vari partiti che sono soliti sostenere il governo (tra cui i catalani di Esquerra Republicana e i baschi di PNV e EH Bildu) hanno appoggiato l’iniziativa.

Il “sì” di tutti questi gruppi, spiegano media come El País, è arrivato dopo che alcuni dei loro portavoce avevano formulato alcune condizioni: c’è chi chiede che tali imposte diventino permanenti e chi aggiustamenti su base territoriale.

Il PP, invece, prima di oggi aveva fatto trapelare di essere dibattuto tra il no e l’astensione. Alla fine, si è decantato per la prima opzione. “Il PSOE ha intrapreso un viaggio verso la più assoluta irrazionalità fiscale e illogica. Un viaggio che lede i più elementari principi costituzionali”, ha affermato il deputato popolare Mario Garcés. “Voi non cercate che non ci siano poveri in Spagna, volete che non ci siano ricchi, perché siete una macchina di generazione di povertà”, ha aggiunto rivolgendosi direttamente ai socialisti.

Come spiegato dalla numero 2 del PP Cuca Gamarra, la sua formazione punterebbe su un meccanismo per evitare che il calcolo dell’Irpef cambi per chi ha aumenti di stipendio legati all’inflazione, in modo tale da permettere ai cittadini di “avere più soldi nel portafoglio, e non nelle casse del signor Sánchez.

Redazione Madrid

Lascia un commento