L’inflazione Usa non molla, Fed verso nuovo maxi rialzo

Cartello con sconti sui prezzi in un supermarket negli Stati Uniti. (ANSA)

NEW YORK. – Le pressioni inflazionistiche negli States sono più ostinate e persistenti delle attese. L’inflazione in agosto cala per il secondo mese consecutivo ma risulta più alta delle attese, spegnendo la speranza di una frenata decisa dei prezzi e rafforzando l’ipotesi di un nuovo maxi rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed.

I prezzi al consumo sono saliti in agosto su base annua dell’8,3%, in rallentamento rispetto al +8,5% di luglio e al 9,1% di giugno, ma sopra le attese degli analisti che scommettevano su un +8,1%. Delude anche il dato mensile, con l’inflazione aumentata dello 0,1% a fronte di una previsione di calo dello 0,1%. Sopra le attese anche il balzo dell’indice core, quello al netto di energia e alimentari e caro alla Fed: in agosto ha segnato un +0,6% congiunturale e un +6,3% tendenziale.

A contribuire positivamente all’inflazione è stata la benzina che, ormai in calo da oltre 90 giorni consecutivi, ha registrato il mese scorso un -10,6%. La contrazione però non è bastata a bilanciare il caro casa e soprattutto il caro-carrello della spesa che, secondo alcune stime, è aumentato di 460 dollari rispetto all’anno scorso. Il costo degli alimentari è infatti schizzato dell’11,4% rispetto ad agosto 2021, l’aumento maggiore dal 1979. Per le case – voce che include affitti ma anche le spese di proprietà – il rincaro annuale è stato del 6,2%, il maggiore dagli anni 1990.

“Ci vorrà più tempo e determinazione per far calare l’inflazione”, ha commentato a caldo Joe Biden notando comunque “progressi” nella battaglia la caro-prezzi. Il presidente americano è consapevole che sul caro-vita i democratici rischiano di perdere le elezioni di metà mandato complicando gli ultimi due anni del mandato di Biden. Ad agitare è anche una possibile recessione americana causata dalla Fed. I rialzi dei tassi di interesse puntano infatti a raffreddare la domanda e l’economia per riportare sotto controllo l’inflazione. Il pericolo però è quello di non riuscire a centrare l’obiettivo di un atterraggio morbido e scivolare in un periodo di contrazione economica.

Gli analisti sono convinti che la Fed continuerà con una serie aggressiva di rialzi dei tassi di interesse, aumentando il costo del denaro dello 0,75% per la terza riunione consecutiva all’appuntamento della prossima settimana.

L’ipotesi gela le borse, che da giorni scommettono su una frenata dell’inflazione americana in agosto all’8,1%. Le piazze finanziarie europee chiudono tutte in calo appesantite anche dallo spettro di una recessione della Germania dopo il peggioramento dell’indice Zew sulla fiducia. Milano chiude in calo dell’1,3%, mentre il Dax arretra dell’1,51%. É tonfo invece a Wall Street dove il Nasdaq arriva a perdere oltre il 4% con la fuga dai tecnologici. Il dato è “inequivocabilmente negativo” per i mercati, affermano in coro gli analisti.

La delusione sui prezzi si fa sentire anche sul Bitcoin: la criptovaluta brucia 1.000 dollari nei minuti successivi alla diffusione dei dati sull’inflazione, scendendo sotto i 22.000. Cala anche l’oro arrivando a cedere l’1,5% a 1.715,10 dollari, in quello che è il calo maggiore da luglio. I rendimenti sui Treasury invece schizzano.

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