Elezioni, Meloni all’Ue: “Finita la pacchia, difenderò l’Italia”

Giorgia Meloni chiude la manifestazione 'Piazza Italia' organizzata da Fratelli d'Italia a Piazza Vittorio Roma
Giorgia Meloni, "premier in pectore"

ROMA. – Giorgia Meloni intende “sfondare il tetto di cristallo” che fino ad oggi ha impedito ad una donna di guidare il governo in Italia. Se vincerà le elezioni e Fdi sarà il primo partito, vuole essere lei ad andare a palazzo Chigi. A dispetto dei timori che il suo nome può incutere in Europa dove “sono tutti preoccupati per la Meloni al governo e dicono cosa succederà? Ve lo dico io cosa succederà, che è finita la pacchia”. Anche l’Italia, assicura, “si metterà a difendere i propri interessi nazionali”, così come già fanno del tutto legittimamente la Germania e la Francia.

Ci penserà lei. Ed intende farlo come leader di un centrodestra unito che, all’unisono – Oggi con Matteo Salvini e Antonio Tajani – mette la parola fine alle ipotesi di un esecutivo allargato ad altre forze politiche, larghe intese o innesti tecnici. “Chi sceglie la Lega, sceglie il centrodestra unito. Dal 26 settembre se vinciamo, governerà il centrodestra” assicura il leader della Lega Salvini ed anche il coordinatore di Forza Italia, Tajani è convinto che sia “finito il tempo dei premier tecnici”.

Dunque governi “la destra o la sinistra” e nessuno spazio per Carlo Calenda a alleati che, sostiene l’esponente azzurro, “sono una costola della sinistra”. “Non c’è alcuna possibilità che Fdi partecipi a governi e alleanze arcobaleno e non c’è alcuna ragione di farlo perché abbiamo la possibilità di avere una maggioranza di centrodestra che spero esca dalle urne” ribadisce del resto anche la leader di Fratelli d’Italia, che mette alla prova la sua leadership nella coalizione portando la sua sfida in piazza Duomo a Milano, culla del successo di Forza Italia prima e del Carroccio poi. Proprio lì Giorgia Meloni lancia lo slogan (“è finita la pacchia”) che contraddistinse la stagione di Salvini al governo.

Il leader della Lega, intanto, tesse la sua tela. Vede ad Arcore Silvio Berlusconi dopo essere stato al Gran Premio di Monza – dove ha incontrato anche la Meloni – e prima di dirigersi a Varese per un comizio. E lavora per cercare di portare a casa un accordo pre-voto per bloccare aumenti di luce e gas: “sto inseguendo disperatamente quasi come uno stalker Letta, Renzi e Di Maio” per firmare un decreto “da 30 miliardi” per bloccare gli aumenti ma “inspiegabilmente non c’è risposta da sinistra” .

“Chieda piuttosto scusa agli italiani- ribatte il segretario dem Enrico Letta – per aver fatto cadere Draghi”. Sullo scostamento necessario per esaudire la sua richiesta non c’è solo l’opposizione di Fdi: anche Tajani è tiepido, anche se non lo esclude. Per Forza Italia occorre fare un passo alla volta: approvare il dl aiuti bis, poi il ter e solo dopo “si vede cosa si può fare e se non si riesce ad aiutare le famiglie e le imprese vedere se si può fare lo scostamento o meno. Servirebbe un intervento a livello europeo, un altro recovery” invoca Tajani che preme poi per una “pace fiscale” per trovare le risorse per aiutare le imprese e le famiglie. Anche Tajani però invoca il dialogo per superare l’emergenza: “questo non significa fare il governo con l’opposizione”.

Nè, rintuzza anche Meloni, sono possibili “inciuci con il Pd” come evocato dal “ricostruzioni incredibili” di stampa. “Non vengano a parlarmi di governo di salvezza nazionale perché mi sembrano governi nel tentativo di salvare quelli che lo propongono. E io non sono interessata”. Una stoccata al terzo polo, con cui vanno avanti punzecchiature soprattutto tra Meloni e Renzi. “Giorgia stai serena, ogni due anni ho fatto cadere il governo” l’aveva infatti messa in guardia il leader di Italia Viva con una provocazione che, assicura Renzi, tendeva a promuovere il modello del sindaco d’Italia .

“Mi fa sorridere perché tradisce l’idea che Renzi ha del Parlamento e delle istituzioni. Il Parlamento è una loro personale partita di Risiko sulla pelle degli italiani” gli replica la leader di Fdi. Intanto gli alleati incrociano le dita: “Fratelli d’Italia è pronta e il centrodestra è pronto. Non abbiamo ancora vinto niente e non ci si distrae fino al 25 settembre” avverte Meloni e Salvini rilancia: “Chi prenderà un voto in più avrà l’onore e onere di prendere per mano il Paese. Per me sarebbe una gioia, un orgoglio, un’emozione a cui mi sento preparato”.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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