Oltre lo sport: la regina Elisabetta ed il suo amore per lo sport

Nel 1966 ha consegnato la coppa del mondo alla nazionale inglese che ha battuto in finale la Germania.

CARACAS – Il mondo ha ricevuto ieri la notizia della morte della regina Elisabetta II, la monarca che é rimasta per 7 decadi sul trono britannico.

Durante 96 anni é stata testimone di eventi che hanno cambiato la storia del mondo, tra cui la II Guerra Mondiale, l’uomo sulla Luna, la costruzione e la caduta del Muro di Berlino.

Nell’ambito sportivo la Regina ha avuto l’occasione di vedere 17 edizioni dei Giochi Olimpici, due di questi a Londra (1948 e 2012), nell’ultima é anche stata protagonista nella cerimonia d’apertura.

Sua Maestà ha vissuto tutte le Coppe del Mondo di calcio: ha visto salire sul tetto del mondo 8 nazionali in 21 edizioni. Nel 1966 l’ha vissuto in prima persona ed ha consegnato la coppa del mondo alla nazionale inglese che superò in finale la Germania.

Uno dei dati più importanti é la sua presenza al primo GP di Formula 1 della storia. Era accompagnata da suo marito Filippo di Edimburgo.

Elisabetta II ha insignito con il titolo di “Cavalieri dello sport” a campioni come il pilota di F1 Lewis Hamilton, il tennista Andy Murray ed i calciatori Alex Ferguson e Bobby Charlton.

La prima partita di calcio che l’ha vista sugli spalti come regina, é stato nel 1953: a sfidarsi in campo per la FA Cup c’erano il Blackpool contro il Bolton Wanderers. In precedenza aveva assistito ad una gara del Chelsea, ma ancora da principessa.

Il 15 maggio 1991 la Regina Elisabetta II in compagnia del presidente degli Stati Uniti George W. Bush fu presente ad una gara di baseball tra Orioles ed Athletichs sul diamante del Memorial Stadium: per la cronaca Oakland s’impose per 6-3.

La Regina Elisabetta é stata la prima sovrana ad ospitare una squadra di calcio a Buckingham Palace, non poteva essere che il suo amato Arsenal.

Infine era amante dei cavalli e seguiva personalmente il suo allevamento di puro sangue. C’è anche una corsa in suo onore: la Royal Ascot.

(di Fioravante De Simone / redazione Caracas)

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