Industriali dal Papa: politica non ci tiri per la giacca

Il Papa in un momento dell'Udienza generale in Aula Paolo VI (Vatican Media)
Il Papa in un momento dell'Udienza generale in Aula Paolo VI (Vatican Media)

ROMA.  – L’appuntamento con l’assemblea annuale di Confindustria, lunedì, cade nel clou nel confronto politico preelettorale e dell’emergenza economica innescata dai costi dell’energia ma sarà una occasione per “parlare al Paese”, sottolineando l’equidistanza sempre proclamata nei rapporti con la politica e senza cadere nel rischio di “farsi tirare la giacca” in vista del voto.

L’occasione che consente una assemblea degli industriali fuori dagli schemi è alta: una udienza del Santo Padre per gli industriali e le loro famiglie (sono attesi oltre 5mila imprenditori). Il presidente Carlo Bonomi ha deciso così di rinunciare al tradizionale protocollo dell’assemblea pubblica annuale e di fonderla con l’opportunità dell’udienza papale nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Attesa e attenzione sono quindi anche, e soprattutto, per le parole che Papa Francesco rivolgerà ad una platea che rappresenterà il livello più alto e ampio del sistema imprenditoriale, il cuore dell’industria italiana.

É stato lo stesso Carlo Bonomi nei giorni scorsi a spiegare il perché di questa assemblea: “Quest’anno abbiamo chiesto la possibilità di tenerla in Vaticano, alla presenza del Santo Padre, perché vogliamo sganciare la possibilità di parlare al Paese dalla campagna elettorale. Vogliamo evitare che l’assemblea diventi motivo per tirare la giacchetta al presidente, al sistema industriale italiano. Noi vogliamo parlare di lavoro, vogliamo raccontare cos’è l’industria italiana. Abbiamo scelto di parlarne con il Santo Padre. Abbiamo scelto di farlo con le nostre famiglie”.

Via dell’Astronomia vuole che sia un momento di riflessione e unità, lontano dalla campagna elettorale, ma non passeranno in secondo piano i temi di una economia in forte affanno, del confronto degli industriali con il Governo e con la politica, oggi, e in prospettiva a breve per l’agenda di misure urgenti e riforme strutturali che per gli industriali dovrà in ogni caso essere sul tavolo di chi sarà chiamato a governare il Paese dal voto del 25 settembre.

L’allarme nelle imprese oggi è altissimo per lo shock dei costi dell’energia e per gli industriali servono risposte immediate: “Quello che noi stiamo affrontando è un terremoto economico, il governo può e deve intervenire, non possiamo aspettare due mesi per l’arrivo del nuovo Governo” ha avvertito ancora una volta, nei giorni scorsi, il leader di Confindustria: di fronte ad “un problema di questa dimensione” attendere, o non dare risposte adeguate, “vuole dire mettere a rischio il sistema industriale italiano, mettere a rischio il reddito e l’occupazione delle famiglie”.

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