Gas: l’Italia risparmia, stringe cinghia sulle caldaie

ROMA.  – Stretta nella gestione del riscaldamento per il prossimo inverno con meno gradi di calore, meno giorni e meno ore in cui si potranno accendere le caldaie.
Maggiore diversificazione delle fonti con la massimizzazione della produzione di energia elettrica da impianti che usano mcombustibili diversi dal gas.

E, ancora, spinta ad adottare comportamenti volontari che possano contribuire sensibilmente ad un ulteriore taglio dei consumi. Sono queste le principali linee guida del Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale adottato dal governo per correre ai ripari contro l’emergenza scatenata dal conflitto russo.

Un piano che tra misure obbligatorie e comportamenti volontari altamente consigliati conta di mettere a segno risparmi complessivi dei consumi pari a 8,2 miliardi di metri cubi di gas naturale.

Nel dettaglio, le stime dell’impatto di tutte le misure prese portano a un potenziale taglio di circa 5,3 miliardi di metri cubi di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 mmiliardi di metri cubi) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di Smc), a cui si aggiungono le misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi (che produrranno risparmi per 2,9 miliardi di metri cubi).

In particolare, il piano prevede la riduzione dei consumi, regolamentando il funzionamento degli impianti di riscaldamento già entro il mese di settembre 2022, modificando la vigente regolamentazione della temperatura e dell’orario di accensione invernale. La temperatura dei riscaldamenti dovrà essere ridotta di un grado, a 17 gradi con più o meno 2 gradi di tolleranza, per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili e a 19 gradi con più o meno 2 gradi di tolleranza per tutti gli altri edifici.

L’accensione del riscaldamento viene ridotta di 15 giorni (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni quella di fine esercizio) e di 1 ora al giorno per l’accensione (ad esclusione delle utenze sensibili tipo ospedali, case di ricovero ecc). In pratica a Milano il riscaldamento potrà essere acceso per 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile, a Roma invece le ore saranno 11 con caldaie accese dall’8 novembre al 7 aprile mentre a Napoli le ore permesse saranno 9, dal 22 novembre al 23 marzo, e a Palermo si potrà riscaldare per ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo.

Tra i comportamenti da promuovere il Mite indica  la riduzione della temperatura e della durata delle docce, l’utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo, l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione e la riduzione del tempo di accensione del forno, l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico, il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione, lo spegnimento o l’inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza, la riduzione delle ore di accensione delle lampadine.

Il provvedimento del Mite prevede poi che venga assicurato un elevato grado di riempimento degli stoccaggi per l’inverno 2022- 2023 e a tal proposito comunica che all’1 settembre è stato raggiunto un livello di circa l’83%, un valore in linea “e anche superiore” con l’obiettivo di riempimento del 90%.

Per ridurre il consumo di gas, inoltre, un contributo di diversificazione ulteriore rispetto all’apporto delle rinnovabili può essere ottenuto dalla massimizzazione della produzione di energía elettrica da impianti che usano combustibili diversi dal gas (carbone, olio combustibile e bioliquidi).  É poi prevista la rapida diversificazione della provenienza del gas importato, massimizzando l’utilizzo delle infrastrutture disponibili e aumentando contestualmente la capacità nazionale di rigassificazione di GNL.

L’insieme delle iniziative messe in campo, assicura il Mite, consente di sostituire entro il 2025 circa 30 miliardi di Smc di gas russo con circa 25 miliardi di Smc di gas di diversa provenienza, colmando la differenza con fonti rinnovabili e con politiche di efficienza energetica.

(di Angelica Folonari/ANSA).

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