Euro a minimi da 20 anni, verso mossa Bce da 75 punti

Monete e banconote euro.

ROMA.  – Quello che a luglio era soltanto un “worst case scenario”, lo scenario peggiore che le previsioni economiche per l’Europa prendevano in considerazione solo come alternativa estrema, sta invece diventando realtà.

La crisi energetica è ai massimi dall’inizio della guerra in Ucraina, con la Russia che ha chiuso il rubinetto di Nordstream minacciando di non riaprirlo se le sanzioni non verranno cancellate, facendo schizzare il prezzo del gas.

L’euro ha toccato un nuovo record sotto il dollaro, a 0,98 centesimi, varcando una soglia che non vedeva da vent’anni. Le Borse europee chiudono di nuovo tutte in negativo, con Milano in netto calo (-2,01%), e i rendimenti dei titoli di Stato continuano a salire soprattutto nei Paesi periferici (il decennale italiano sale al 3,93%, +10 punti base da venerdì).
>>>ANSA/ Berlino chiede perdono a 50 anni dalla strage di Monaco

Steinmeier alla cerimonia con i parenti delle vittime israeliane

(di Lorenzo Monfregola)
(ANSA) – BERLINO, 05 SET – “Vi chiedo perdono come capo di
Stato di questo Paese e a nome della Repubblica federale di
Germania. Chiedo perdono per la mancanza di protezione degli
atleti israeliani ai Giochi Olimpici di Monaco e per la mancanza
di chiarimenti successivi su come sia stato possibile quello che
è successo”. Sono state le parole pronunciate oggi dal
presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier durante le
celebrazioni a Fuerstenfeldbruck del 50esimo anniversario della
strage alle Olimpiadi di Monaco 1972.
In apertura del suo intervento, il presidente tedesco ha
elencato i nomi degli 11 sportivi israeliani trucidati il 5 e 6
settembre di 50 anni fa, durante l’attacco del gruppo
terroristico palestinese Settembre Nero. Il commando palestinese
uccise subito due membri della squadra olimpica israeliana e ne
prese altri nove in ostaggio, chiedendo in cambio la liberazione
di oltre 200 palestinesi incarcerati in Israele e dei leader
della Raf tedesca, Andreas Baader e Ulrike Meinhof. Durante un
successivo e disastroso blitz da parte della polizia tedesca,
morirono tutti e nove gli atleti israeliani e un poliziotto
tedesco, anch’egli ricordato oggi da Steinmeier. Degli otto
membri di Settembre Nero, ne furono uccisi cinque.
A Fuerstenfeldbruck, alla presenza dei parenti delle vittime
e del presidente israeliano Isaac Herzog, Steinmeier ha chiesto
perdono per quello che ha definito “un triplo fallimento
tedesco”. Il primo è stato l’incapacità di garantire la
sicurezza degli atleti israeliani venuti alle Olimpiadi nel
“Paese dei colpevoli dei crimini della Shoah”. Il secondo è
stato quello dell’operazione di polizia, fatta di “errori
terribili e letali”. Il terzo fallimento, ha sottolineato
Steinmeier, è stata infine l’incapacità di Berlino di fornire
chiarimenti ai familiari degli uccisi, così come la scelta di
rifugiarsi “nella rimozione, nell’oblio”.
Pochi giorni fa, dopo anni di tensione, Berlino ha raggiunto
un accordo con gli eredi delle vittime per un risarcimento
complessivo di 28 milioni di euro e per l’istituzione di una
commissione di storici tedeschi e israeliani che dovrà appurare
nuovamente cosa accadde 50 anni fa. Parlando alla celebrazione,
il capo di Stato israeliano Herzog ha detto che l’accordo “è un
passo morale importante e giusto”, e ha ringraziato
personalmente Steinmeier.
Il presidente tedesco ha anche sottolineato come a Monaco nel
1972 fallì tragicamente lo sforzo di mostrare la Germania
dell’Ovest come una “democrazia pacifica e amichevole” e far
dimenticare così le olimpiadi naziste di Berlino del 1936. Per i
terroristi, il villaggio olimpico in Baviera diventò invece “un
palcoscenico internazionale per l’odio e la violenza contro gli
ebrei”, ha aggiunto. Steinmeier ha anche detto che la
responsabilità degli omicidi è degli “autori palestinesi e dei
loro aiutanti libici”, ribadendo però subito dopo, nuovamente,
le colpe tedesche. Poi ha affermato che restano aperte
molteplici domande: “Perché gli autori sopravvissuti
dell’attacco sono stati deportati così rapidamente e non sono
mai stati perseguiti? Quali erano esattamente i collegamenti
degli autori con gli estremisti di destra tedeschi e con la Raf?
La Germania ignorò gli avvertimenti di Israele? E perché l’aiuto
israeliano alla liberazione fu rifiutato?”. Spetterà ora alla
nuova commissione di storici trovare le risposte. (ANSA).
Di fronte ad un quadro ormai compromesso, e con i prezzi impazziti spinti dai prodotti energetici alle stelle, la Bce si appresta al secondo rialzo dei tassi che il mercato è ormai convinto sarà “jumbo”: 75 punti base, con effetti tutti da testare.

Le mosse del consiglio direttivo di giovedì sono ancora tutte da decidere, ma negli ultimi giorni il confronto tra falchi e colombe ha visto prevalere nettamente i primi. Tanto che qualche analista pensa che le seconde siano proprio sparite, ed ormai il board sia composto solo da falchi, e meno falchi. La strada era stata aperta da Isabel Schnabel, uno dei membri più duri, che nel discorso a Jackson Hole chiedeva di “agire con forza” per “portare l’inflazione rapidamente al target”.

Dopo la sua uscita, diversi governatori delle banche centrali in Europa si sono detti a favore di un aumento da 75 punti nel prossimo meeting. Mentre – segnala Goldman Sachs in un report agli investitori – “limitata” è stata la reazione di chi vuole un passo “costante” nei rialzi, e quindi l’attesa è che prevalga la linea dura, con un rialzo da 75 punti già giovedì, ed un altro rialzo nella riunione di ottobre. Ormai, spiega il report, un rialzo minore sarebbe difficile da comunicare “alla luce dei dati forti sull’inflazione”.

Sarà infatti proprio la necessaria revisione in peggio delle stime sull’andamento dei prezzi a guidare la mano del consiglio mdirettivo. Il nuovo record di agosto toccato dalla zona euro, 9,5%, dà fiato alle trombe di chi, come il governatore della banca centrale belga, Pierre Wunsch, accusa la Bce di non aver compreso la dinamica dell’inflazione e di averne quindi sottovalutato la portata per un anno, a causa di modelli economici non adeguati al nuovo contesto sballato dalla guerra.

E quindi a mali estremi, estremi rimedi. Anche se dovessero mandare l’Europa dritta verso una nuova recessione, che è comunque alle porte a causa dei prezzi impazziti e della produzione che cala e rischia di fermarsi ovunque a causa delle bollette energetiche insostenibili. Tutto è meglio di avvitarsi nella spirale inflattiva, alla quale l’Europa è condannata se consumatori e imprese cominceranno a prendere come punto di riferimento i livelli altissimi di adesso. Per questo a Francoforte il pensiero è soltanto uno: abbattere il tasso più in fretta possibile.

Ma non basta l’ormai quasi certezza di un aumento record dei tassi a ridare vigore all’euro, che crolla di nuovo ben sotto il dollaro. A dimostrazione che il quadro è molto complesso e l’incertezza ai massimi nonostante la Banca centrale provi a inviare segnali di determinazione. Da gennaio ad oggi, l’euro ha perso il 13% del suo valore contro il dollaro, anche a causa della strategia più aggressiva della Fed. Ma l’Europa è molto diversa dagli Stati Uniti: la crescita è più bassa, il mercato del lavoro più debole. E anche la ricetta per riprendersi potrebbe non essere la stessa.

(di Chiara De Felice/ANSA).

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