Vendemmia: nel veronese pochi braccianti, se ne cercano 200

VERONA, 01 SET – Nel Veronese, come in altre province, è partita la vendemmia, però mancano braccianti. Agribi, l’Ente bilaterale per l’agricoltura di Verona di cui fanno parte Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, ha ricevuto richieste per oltre 200 lavoratori da una cinquantina di aziende, dalla Valpolicella all’Est della provincia, che hanno necessità urgente di braccia per staccare i grappoli maturi. E lancia un appello a chi è interessato a lavorare di farsi avanti.

“Riceviamo quotidianamente richieste da parte delle aziende, sia piccole che grandi – spiega Sabrina Baietta, responsabile dei servizi per il lavoro di Agribi -. Ci chiedono quasi tutti personale per la vendemmia e qualcuno per le mele. Attualmente la domanda è di oltre 200 lavoratori, che servono per integrare squadre già esistenti composte da familiari e da lavoratori abituali, o per sopperire alle squadre che non ci sono più. In media ci chiedono tre-quattro persone, ma ci sono grandi aziende che hanno necessità maggiori e ce ne chiedono più di dieci”.

Una delle motivazioni della carenza di operai agricoli, sottolinea Agribi, è dovuta al fatto che c’è una grande offerta di lavoro sul mercato. Stanno partendo le campagne natalizie per i pandori, e tanti preferiscono accettare i contratti delle industrie dolciarie. Siccome l’impiego stagionale dura poco, c’è chi teme di perdere il reddito di cittadinanza e non avere sostegno una volta terminato il lavoro, oppure chi ha paura di lasciarsi sfuggire altre occasioni di lavoro più a lungo termine. Infine, gli universitari non sono più disponibili come una volta, perché hanno sempre più esami e crediti da gestire. (ANSA).

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