Gelo su Gorbaciov in Russia, giallo sui funerali di Stato

L'ex presidente de la URSS, Mijaíl Gorbachov (S), bacia Erich Honecker, presidente de la República Democrática Tedesca, ANSA

MOSCA.  – “Un politico e uno statista che ha avuto un grande impatto sulla storia del mondo” e che “cercava di proporre le proprie soluzioni a problemi scottanti”. Vladimir Putin ha reso così il dovuto omaggio, senza avventurarsi in giudizi di merito, alla figura di Mikhail Gorbaciov.

Ma il rapporto controverso dell’attuale establishment con colui che siglò la pace con l’Occidente emerge nei commenti di altri dirigenti. Primo fra tutti il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo il quale “il romanticismo di Gorbaciov non si è concretizzato”, non c’è stata una pace durevole con gli ex nemici e alla fine la loro “sete di sangue si è manifestata”.

A confermare l’imbarazzo con cui i dirigenti di Mosca hanno reagito alla notizia – mentre Europa e Stati Uniti celebravano l’uomo che ha cambiato la storia – è stata l’incertezza durata per tutta la giornata sugli eventuali funerali di Stato. La figlia Irina ha fatto sapere che la camera ardente si terrà sabato presso la Casa dei sindacati di Mosca e lo stesso giorno si svolgeranno i funerali presso il cimitero di Novodevichy. Qui Gorbaciov verrà sepolto accanto all’amata moglie Raissa, non lontano dalle tombe di Chruscev, Majakovsky, Cechov, Bulgakov, Shostakovich e la moglie di Stalin, tra gli altri.

Ma la stessa Irina ha detto di non essere in grado per il momento di dire se ci saranno funerali di Stato, annunciati dalla Tass ma non confermati dal Cremlino. L’agenzia Interfax, citando due “fonti informate”, li ha esclusi.

Decisamente positivo, sull’altro fronte, il giudizio di Alexei Navalny, che dice di aver saputo della morte di Gorbaciov da “radio carcere”. L’ultimo leader sovietico ha saputo “lasciare il potere in modo pacifico”, ha riconosciuto l’oppositore, aggiungendo che Gorbaciov “è rimasto uno dei pochissimi che non ha usato il potere per guadagno e arricchimento personale”, e “questa da sola è una grande impresa per gli standard dell’ex Urss”.

Le reazioni ufficiali a Mosca riflettono anche l’ambiguità nel modo di rapportarsi con l’ex regime da parte dell’attuale sistema di potere. Questa Russia che rinnega l’epoca soviética ma allo stesso tempo si propone come erede di quell’impero che segnò la massima espansione della potenza di Mosca. A farlo trasparire è stato lo stesso Peskov, quando ha ricordato le parole pronunciate da Putin in un’intervista pochi mesi dopo l’ascesa alla presidenza: “Se non rimpiangi il collasso dell’Unione Sovietica non hai cuore, se vuoi che l’Urss rinasca non hai cervello”. “La morte di Gorbaciov è una grande perdita per il nostro Paese”, ha aggiunto poi il portavoce del Cremlino, moderando il duro giudizio iniziale. Ma “è stato una personalità molto complessa, sfaccettata e spesso contraddittoria che ancora provoca accesi dibattiti nella nostra società”.

Gorbaciov “ha praticamente incarnato le drastiche trasformazioni nella Russia e nel mondo”, è stato il giudizio espresso dal primo ministro Mikhail Mishustin. Mentre un falco come l’ex presidente Dmitry Medvedev ha reso forse l’omaggio più positivo e inaspettato all’uomo che ha lavorato per la pace con l’Occidente. “Mikhail Sergeyevich adottò decisioni molto difficili in un drammatico periodo della storia del Paese. Ha posto le basi per cambiamenti globali e i giudizi e raccomandazioni basati sulle sue vaste conoscenze ed esperienza sono stati importanti anche per la nuova Russia”.

A riassumere in modo chiaro il giudizio più diffuso su Gorbaciov fra la dirigenza moscovita – ma anche tra buona parte del popolo russo – è un editoriale pubblicato da Ria Novosti a firma di Irina Alksnis. “L’antica saggezza – ha scritto la commentatrice – dice che le vie per l’inferno sono lastricate di buone intenzioni”. Vale a dire, Gorbaciov ha cercato di riformare l’Urss, ma non ha saputo gestire questo difficile processo e ha provocato la caduta della potenza russa.

(di Alberto Zanconato/ANSA).

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