Nei giovani aumenta l’uso di psicofarmaci senza ricetta

Una persona fotografata di spalle con le mani in testa e i gomiti poggiati sul tavolo. Depressione
E' boom delle diagnosi di depressione. ANSA/LUCIANO DEL CASTILLO

BOLOGNA. – In Italia è in aumento l’utilizzo di psicofarmaci senza prescrizione medica nella fascia di età compresa tra i 15 e i 19 anni, in particolare tra le ragazze. È quanto emerge dallo studio Espad (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs) condotto dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ifc-Cnr).

Ne ha parlato la ricercatrice dello stesso istituto, Sabrina Molinar, durante il suo intervento al convegno sui Percorsi di cura nelle dipendenze da sostanze in Usa e in Italia, organizzato dalla comunità di San Patrignano insieme alla New York Presbiterian Weill Cornell Medical Center. “Preoccupante in Italia è la situazione relativa all’uso di psicofarmaci senza prescrizione medica, che continua a crescere”, ha detto.

“C’è un pattern di uso completamente differente rispetto alle altre sostanze, infatti le ragazze consumano più psicofarmaci dei ragazzi. Chiaramente stiamo parlando di misuso, quindi fuori da percorsi di trattamento”. Molinaro ha poi aggiunto all’Ansa, che “il consumo di psicofarmaci, in particolare quelli per dormire, è in crescita soprattutto nel gruppo femminile.

Se li procurano come si procurano altre sostanze illegali. C’è un consumo, non seguito da medici, di questo tipo di farmaci: vengono trovati in parte in casa, in parte attraverso ricette false, quindi c’è un mercato anche di questo tipo di farmaci”. Principalmente, prosegue, “benzodiazepine e ansiolitici sono molto diffusi in queste fasce di età”.

Durante il suo intervento, Molinaro ha poi stilato la classifica delle sostanze psicoattive illegali (che non comprende, dunque, gli psicofarmaci), “la più diffusa è la cannabis, mentre al secondo posto ci sono le Nps (Nuove Sostanze Psicoattive)”. “Di fatto la cannabis, come sostanza illegale, è quella su cui dobbiamo porre particolare attenzione nell’instaurare interventi di prevenzione”.

Dallo studio emerge che nel 2021 il 18% degli studenti ha assunto almeno una sostanza illegale e la cannabis risulta ampiamente quella più utilizzata, con il 22% degli utilizzatori con un consumo a rischio. “Poiché in questa classifica parliamo di sostanze illegali non ho incluso gli psicofarmaci senza prescrizione medica, che altrimenti andrebbero al secondo posto come diffusione d’uso”, ha chiarito la ricercatrice.

“Se poi volessimo parlare di sostanze psicoattive in genere, al primo posto – ha concluso- ci sarebbe l’alcol, poi la cannabis, poi gli psicofarmaci senza prescrizione medica e le Nps”.

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