Il gas sfonda i 300 euro, piano risparmi dal governo

Condutture di gas.

ROMA. – Il prezzo del gas sfonda quota 300 euro, prima di ridiscendere e attestarsi su livelli comunque altissimi. Il governo contemporaneamente lavora al piano di risparmi energetici.

Un piano che avrà un’intensità crescente legata alla quantità di gas che potrebbe venire a mancare. Ma che non vedrà drastici razionamenti, non prevede imposizioni sui consumi domestici. Ai cittadini sarà però suggerito, attraverso una diffusa campagna pubblicitaria, che partirà in modo più deciso a settembre, di fare attenzione ai consumi.

Al momento l’inverno sembra messo al riparo. Le importazioni dalla Russia valevano circa il 40% del fabbisogno: ora circa la metà. Ma soprattutto gli stoccaggi proseguono a buon ritmo. Hanno superato quota 80% e si prevede “il raggiungimento del 90% entro ottobre”, ha assicurato il premier Mario Draghi.

L’attenzione più che alle forniture è concentrata sul prezzo del gas. “I costi – ha detto parlando al Meeting di Rimini prima che si toccasse il nuovo record – hanno raggiunto livelli insostenibili. Il prezzo del gas sul mercato di riferimento è da diversi giorni largamente sopra i 200 euro per MWh, con picchi poco sotto i 300 euro, più di dieci volte il valore storico”.

Così la strategia si muove su due livelli, quello europeo e quello nazionale. L’Italia è una ferma sostenitrice dell’introduzione di un tetto al prezzo del gas a livello europeo. Che inizialmente vedeva alcuni Paesi contrari. Ma – ha detto Draghi – la Russia “usa il gas come arma geopolitica” e le posizioni sono cambiate. “Ora la Commissione è al lavoro su una proposta per introdurre un tetto al prezzo del gas” e “presenterà una riflessione su come slegare il costo dell’energia elettrica dal costo del gas”. Un legame, quello tra gas ed elettricità che con l’aumento delle fonti rinnovabili “non ha più senso” mantenere, ha detto il premier italiano.

L’Ue ha anche varato un piano di risparmi che ora tocca ai singoli Paesi declinare. E sarà questo il prossimo passo del governo che non richiederà il passaggio in Consiglio dei Ministri. L’Italia ha ottenuto una deroga rispetto alla richiesta di un taglio del 15%: grazie agli stoccaggi realizzati e al fatto che esporta una quota del gas il risparmio si potrà fermare al 7%. Che poggerà in parte sulla moral suasion, per spingere i cittadini a fare attenzione. Spostare l’accensione dei riscaldamenti di 15 giorni, ridurla di un ora al giorno e di un grado di temperatura – hanno calcolato gli esperti –  consente di risparmiare quasi 2,7 miliardi di metri cubi di gas annui. E di alleggerire altrettanto le bollette da pagare. Ma, sicuramente, non saranno previsti obblighi.

Il progetto di risparmio, al quale sta lavorando il ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani è quasi pronto e nasce anche dal confronto avuto con le industrie. Come ha spiegato Draghi i piani predisposti avranno “intensità crescente a seconda della quantità di gas che potrebbe venire eventualmente mancare”. Per ora non ci sono indicazioni. Ma è chiaro, che come prevedono i diversi step della procedura di allarme, i primi risparmi saranno fatti tramite le imprese cosiddette “interrompibili”, quelle cioè che possono modificare i cicli di produzione senza danni.

Per questo – ha rivelato il presidente dell’Enea, Gilberto Dialuce – il Mite lancerà una manifestazione di interesse per le aziende che sono disponibili a interrompere il ciclo di produzione e, molto probabilmente, questo sarà accompagnato da incentivi. Cosa significa in pratica? Se l’inverno fosse particolarmente rigido, o la Russia dovesse bloccare del tutto le forniture, l’azienda dovrà fermare per due o tre giorni la propria produzione.

É anche possibile organizzare un piano programmato dei consumi, per esempio cercando di capire chi può rinviare alcune produzioni o anticipare le manutenzioni rispetto alla seconda metà dell’inverno, quando gli stoccaggi si saranno ridotti.

Contemporaneamente l’Italia dovrà accelerare sulle fonti rinnovabili e certamente contare sui due rigassificatori in mare che il governo ha programmato. Draghi lo ha ripetuto di nuovo: “Con i nuovi rigassificatori l’Italia sarà in grado di essere completamente indipendente dal gas russo dall’autunno 2024. É un obiettivo fondamentale per la sicurezza nazionale”.

(di Corrado Chiominto/ANSA).

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