Ultime ore per le liste del Centrodestra, la Lega conferma i big

Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini durante la manifestazione di piazza contro il governo.
In una foto d'archivio Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini durante la manifestazione di piazza contro il governo. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Il mosaico delle candidature prende forma ma non è completo. E per il centrodestra ci vorrà ancora un po’ per definire le squadre in campo per il 25 settembre, fatta eccezione per la Lega, che in serata definisce le liste dei collegi uninominali, come annunciato da Matteo Salvini. A Forza Italia servirà ancora qualche giorno. Dal fortino di Villa Certosa, residenza sarda di Silvio Berlusconi, non arrivano segnali sul vertice con i fedelissimi, rinviato ieri per la scomparsa di Niccolò Ghedini che ha scosso gli azzurri.

A buon punto Fratelli d’Italia, che più degli altri tiene coperte le sue carte. Nella sede di Fdi si rivede in serata la coalizione, per gli ultimi incastri sulle candidature ‘comuni’ e le quote rosa. La trattativa prosegue anche tra chiamate e chat, ma si prevede che i partiti si prenderanno tutto il tempo che manca alla scadenza del deposito delle liste, il 22 agosto alle 20, per gli aggiustamenti dell’ultimora. Ancor più necessari in tempi di magra dovendo incastrare nomi, territori e quote rosa con le reali chance di elezione.

Più avanti nei lavori sembra la Lega, riunita dalla mattina in via Bellerio. “Tutto alla grande”, dice Salvini dalla macchina con cui lascia gli uffici nel pomeriggio. “Orgogliosamente candidato” nella sua Milano, si metterà in gioco anche al sud tra Calabria, Puglia o Sicilia (“Non posso essere ovunque, ne sceglierò alcune”). Il primo step sono le caselle dei collegi uninominali del Senato, chiuse all’ora di pranzo e con il 56% di donne. Il partito se ne vanta sui social e sentenzia: “Gli altri promettono e litigano, la Lega fa i fatti”.

In serata arriva l’elenco completo, anche per la Camera. Tra le semi-novità al femminile c’è Simonetta Matone, ex giudice della procura dei minori che la Lega schierò a Roma come prosindaco di Enrico Michetti, nelle comunali l’anno scorso. Per il resto si scommette sull'”usato sicuro”, alias le riconferme di big e squadra di governo piazzati soprattutto al nord (tranne Rossano Sasso nella sua Puglia).

Così per Giancarlo Giorgetti è pronto il collegio Lombardia 2 (Valtellina Alto Lago – Sondrio). Stessa regione di Nicola Molteni che fu il braccio destro di Salvini al Viminale. I vicesegretari del Carroccio si dividono tra Lombardia (Andrea Crippa) e Veneto (Lorenzo Fontana). L’attuale capogruppo a Montecitorio, Riccardo Molinari gioca in casa (in Piemonte); il suo omologo al Senato, Massimiliano Romeo sarà a Varese; il sottosegretario Federico Freni si candida nel Lazio e lì sono in pista pure i fedelissimi Giulia Bongiorno (Roma est) e Claudio Durigon (Viterbo).

“Non si tocca” il collegio del Varesotto per Umberto Bossi, in attesa di un suo segnale, dice Salvini. Tra gli innesti ci sarebbero pure alcuni sindaci. Negli altri partiti prevale il silenzio. A parte il toto nomi che circola da giorni. Per FI, ad esempio, si attende l’ok su Valentina Vezzali, campionessa di fioretto e attuale sottosegretaria allo Sport che dovrebbe essere capolista nelle Marche. Idem per FdI: a parte le conferme di gran parte dei parlamentari uscenti, resistono i rumor sull’ex pm Carlo Nordio che Giorgia Meloni indicò tra i desiderata per il Quirinale o l’ex ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, avvistato ieri nella sede di via della Scrofa o l’ex ministro del Tesoro, Giulio Tremonti.

Per il resto è campagna elettorale, ciascuno sui propri cavalli di battaglia. Così la leader dei ‘patrioti’ martella sul blocco navale in chiave anti clandestini – al centro del suo video di giornata – e sulla revisione del Pnrr. Su questo rimarca al Messaggero: “Dovrà essere una priorità del prossimo governo” e smentisce il rischio che l’Italia perda così i fondi europei.

Nella sua pillola quotidiana Berlusconi, invece, batte sulla separazione delle carriere tra giudici e pm. Poi vira sulle posizioni degli alleati, confermando un vecchio giudizio sul sovranismo, tempo fa definita “una bufala”. Il Cavaliere conferma netto: “Sì, è un’idea stupida e stupidi sono quelli che ci credono” ribadendo che “il nostro centrodestra non ha nulla a che vedere con le componenti di estrema destra che esistono in altri Paesi”.

(di Michela Suglia/ANSA)

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