L’inflazione spaventa le Borse, tensione sui Btp

Agente di Borsa a Wall Street
Un agente di borsa a Wall Street (ANSA/AP Photo/Richard Drew)

MILANO.  – L’inflazione e i tassi sono gli “spettri” che continuano ad aggirarsi su Vecchio e Nuovo Continente, impattando sulle Borse che chiudono la peggiore settimana del mese. Azioni, titoli di Stato, mercati delle materie prime e delle valute, la volatilità e la tensione sono ormai trasversali, e le scadenze tecniche dei futures su azioni e opzioni le accentuano.

Sui listini azionari prevalgono gli ordini in vendita, tornano i venditori allo scoperto e l’indice della paura di Wall Street, il Cboe Volatility Indice, sale ai massimi di due settimane, tornando sopra 20. Di contro gli investitori diventano più cauti dopo che i funzionari della Federal Reserve ribattono sull’aumento dei tassi.

Negli Usa l’indice S&P 500 si posiziona verso il suo più grande calo giornaliero in tre settimane e in Europa si è chiusa una settimana “nera”. Solo Londra tiene (+0,11% a 7.550 punti), mentre Parigi scivola in ribasso dello 0,94% a 6.495 punti, Francoforte dell’1,12% a 13.544 punti, Madrid dell’1,09% a 8.338 punti e Milano “maglia nera”  un calo dell’1,96% a 22.534 punti.

I viaggi, il tempo libero e gli immobili sono i settori più colpiti, mentre i settori difensivi come l’assistenza sanitaria e i beni di prima necessità hanno sovraperformato.

“Il precedente rally faceva parte di un mercato ribassista di lungo periodo”, commenta un investitore. “Prevediamo anche un ulteriore calo delle azioni europee una volta che le prospettive macroeconomiche mostreranno segnali più ribassisti”. Ora i mercati aspettano il meeting di Jackson Hole, in calendario da giovedì 25 a sabato 27 con il discorso del presidente della Fed Jerome Powell atteso per venerdì.

I timori di recessione poi hanno alimentato un nuovo aumento dei rendimenti obbligazionari, mettendo sotto pressione l’attitudine al rischio degli investitori. Lo spread Btp-Bund si apre di altri 5 punti base, a quota 226 con il rendimento del decennale italiano ai massimi (3,484% +17,6 punti base), in un contesto di vendite generalizzate sui bond sovrani.

In questo contesto di paura e volatilità, il dollaro marcia al rialzo, diretto verso la sua migliore settimana da aprile 2020 e alla parità con l’euro: la moneta europea toccato un minimo di seduta a 1,0045 dollari. I mercati del gas naturale, minacciati dalla strategia del terrore di Mosca, registrano un rally piuttosto significativo. Il prezzo del gas si impenna fino a toccare un massimo di 262,78 euro al megawattora (+9,04%) mentre sul finale di seduta ad Amsterdam piombata la notizia che Gazprom chiuderà per tre giorni le forniture dal Nord Stream, i cui flussi sono già ridotti al 20% della capacità del gasdotto.

Il prezzo di chiusura si è poi assestato a 244,55 euro, dopo aver battuto un ultimo prezzo di 257,4 euro (+6,8%). Un andamento che lascia presagire, alla riapertura dei mercati lunedì, nuovi rialzi per l’indice di riferimento del prezzo del gas europeo.

Il quadro delle materie prime globali è contrastato. Scende ai livelli dello scorso 3 marzo il greggio americano (Wti -1,06% a 89,54 dollari al barile) che si attesta intorno a quota 90 dollari al barile, mentre il Brent del Mare del Nord (-1,17% a 95,47 dollari al barile) si mantiene ampiamente sotto la soglia dei 100 dollari. Deboli i metalli, dall’oro (a 1.749 dollari l’oncia) all’argento (a 19,16 dollari l’oncia).

In calo a 3.990 dollari la tonnellata l’acciaio a seguito della minor domanda dalla Cina. In rialzo le quotazioni del grano duro (+3,3% a 842 dollari per unità da 5mila staia) e di quello tenero (+2,5% a 767 dollari).

(di Sara Bonifazio/ANSA).

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