Spagna, 200.000 ettari di bosco inceneriti dagli incendi

MADRID — Circa 200.000 ettari di bosco in fumo. È il bilancio dei devastanti danni provocati quest’anno dagli incendi forestali registrati in Spagna, Un dato che si ottiene sommando il resoconto pubblicato oggi dalla Procura Generale dello Stato a quelli forniti dalle autorità locali impegnate nel contrasto ai roghi sviluppatisi negli ultimi giorni della Comunità Valenciana. Intanto, in quella zona le fiamme non danno tregua: i lavori d’estinzione continuano a pieno regime in particolare nella provincia di Castellón.

In un comunicato, la Procura generale spiega che la causa principale degli incendi sinora registrati è “l’interazione umana con il bosco”, sia sotto forma di comportamenti “intenzionali” sia per “negligenze” o imprudenze nell’uso di macchinari e altri strumenti, o con mozziconi di sigarette gettati a terra in situazioni a rischio.

Le zone più colpite sinora, aggiunge la nota, sono state le province di Zamora, Lugo, Ourense e Saragozza. “Gli incendi boschivi provocano notevoli alterazioni dell’ambiente fisico, che si materializzano come impatti negativi su flora e fauna. La Procura ricorda che è essenziale prendere precauzioni estreme per prendersi cura e preservare le nostre foreste”.

Negli ultimi giorni, gli incendi più devastanti sono stati quelli che hanno colpito le province di Castellón, Valencia e Alicante. A preoccupare particolarmente è soprattutto il rogo di Bejís, rivelatosi in grado di resistere anche alle forti piogge abbattutesi sulla zona due giorni fa e di riservare continue insidie inaspettate per i vigili del fuoco. Per il momento, questo incendio ha già bruciato circa 19.000 ettari di terreno.

“Oggi la situazione è un po’ più favorevole rispetto a ieri”, ha affermato a metà giornata l’assessora alla Giustizia e all’Interno della Comunità Valenciana, Gabriela Bravo. “Le prossime ore saranno le più complicate”. Sembrerebbero più sotto controllo, invece, un rogo scoppiato nel vicino parco naturale della Sierra Calderona e uno attivo più a sud, nella Valle d’Ebo (provincia di Alicante).

Nel frattempo, l’Agenzia statale di meteorologia (Aemet) ha confermato sul proprio blog che l’estate in corso rischia di essere la più calda da almeno un secolo. “Con le previsioni per il resto di agosto, e dopo una settimana con diversi giorni di temperature al di sotto della media normale (il primo periodo fresco da fine giugno), è molto probabile che l’estate 2022 sarà la più calda della serie storica, che inizia nel 1961”, si legge. “Anche considerando le ricostruzioni climatiche realizzate a partire da dati storici, sarebbe l’estate con la temperatura media più alta almeno dal 1916”, aggiungono gli esperti José Ángel Núñez e Rubén del Campo.

Uno dei fenomeni più evidenti associati all’anomalia meteorologica in Spagna è la prolungata siccità, che affligge attualmente diverse zone del Paese. Secondo il quotidiano El País, proprio per questo le amministrazioni pubbliche hanno in programma di investire circa 300 milioni di euro per aumentare la capacità di dissalazione dell’acqua marina delle regioni più colpite.

Redazione Madrid

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