Vola il prezzo del gas, chiusura record ad Amsterdam

Depositi di gas nel nord della Germania.
Depositi di gas nel nord della Germania. EPA/FOCKE STRANGMANN

MILANO. – La guerra tra Russia e Ucraina e la siccità in Europa hanno determinato una sorta di inversione delle stagioni tra l’estate e l’inverno.  mE in pieno agosto si registra il nuovo record del prezzo del gas, che ha segnato ad Amsterdam un aumento del 6% a 241 euro al MWh.
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Il massimo di sempre in chiusura di seduta, anche se nel corso delle contrattazioni il valore era stato superato più volte, come ad esempio lo scorso 16 agosto a 251 euro al MWh. Un vero paradosso, in quanto il prezzo estivo, solitamente più basso, ha superato le quotazioni invernali, quando aumenta la richiesta di metano. Lo scorso 7 marzo, ad esempio, la seduta si chiuse ad Amsterdam con un prezzo di 227,2 euro al MWh, superando in giornata anche la soglia dei 345 euro.

Chiusura sprint anche a Londra, dove la soglia delle 5 sterline per unità termica (Mbtu) toccata due giorni fa è stata superata oggi con un rialzo del 6% a 519 penny.

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Alla base di questi prezzi impensabili fino allo scorso 24 febbraio, giorno dell'attacco russo in Ucraina, c'è la corsa agli approvvigionamenti in vista dell'inverno e dei minori flussi dalla Russia, da cui l'Europa si vuole completamente staccare per le forniture di metano. L'Italia prevede di arrivare alla stagione fredda con il 90% delle scorte in magazzino, che allo scorso 16 agosto hanno raggiunto il 78,19% a 151,26 TWh, pari a 1,62 miliardi di metri cubi circa, secondo le rilevazioni della piattaforma internazionale Gie-Agsi.

In Europa la media degli stoccaggi è al 75,55% con 839,7 TWh di gas naturale. Davanti all'Italia c'è solo la Germania, con 189,3 TWh, che corrispondono al 77,79% della capacità complessiva d'immagazzinaggio di Berlino. Supera l'87% di capacità immagazzinata la Francia, che però dispone di una quota di stoccaggi limitata a 114,52 TWh.

Una situazione pesante, che sta mettendo in ginocchio le principali economie europee, come nel caso della Germania, dove il Governo ha annunciato  la riduzione dell'Iva sul gas al 7% per sostenere i cittadini e compensare i costi determinati dalla “Gasumlage”, il supplemento gas salva-aziende di 2,419 centesimi per kilowattora che i tedeschi troveranno in bolletta da ottobre.

Gas però è sinonimo anche di energia elettrica, con cui viene prodotta, che due giorni fa ha superato la soglia dei 540 euro al MWh sulla piazza di Lipsia, dove ha sede la Borsa Europea dell'Energia (Eex). Per la Svizzera il prezzo è stato di 545,84 euro al MWh in condizioni normali e di 562,49 euro al MWh per le condizioni di picco. In Austria si sono toccati i 555,13 euro in condizioni normali e i 575,33 euro nelle ore di picco, mentre in Germania il prezzo per MWh è stato di di 551,95 euro a condizioni normali e di 569,9 euro nei picchi.

Livelli simili si sono registrati in Francia, roccaforte del nucleare, dove sono stati chiesti 552,85 euro al MWh in condizioni normali e 577,42 euro in condizioni di picco, mentre in Italia il prezzo medio fissato per la giornata di ieri è stato di è di 537,99 euro al MWh. In lieve calo la quotazione per domani a 501,34 euro, ma sempre su valori  allarmanti per la tenuta delle imprese e delle famiglie.

(di Paolo Verdura/ANSA).

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