Usa e Taiwan lanciano negoziati commerciali, ira Cina

Un F-16v della Taiwan Air Force. (ANSA)

NEW YORK.  – Gli Stati Uniti e Taiwan annunciano l’avvio di formali trattative commerciali per rafforzare i loro rapporti e scatenano l’ira della Cina, alimentando la tensione già alta fra Washington e Pechino in seguito alla visita della Speaker della Camera Nancy Pelosi a Taipei.

I negoziati fra gli Usa e Taiwan inizieranno ufficialmente agli inizi dell’autunno e copriranno 11 aree, dall’agricoltura al clima, con l’obiettivo di rafforzare i rapporti fra i due Paesi e rispondere, afferma l’Ufficio del Rappresentante del Commercio americano in un indiretto riferimento alla Cina, alle “pratiche distorsive delle aziende statali e alle politiche non di mercato”.

Le trattative non si tradurranno nell’accordo di libero scambio auspicato da Taipei, ma sono comunque un importante passo in avanti, oltre ad essere un conferma del sostegno degli Stati Uniti all’isola nonostante le minacce di Pechino. I negoziati si inseriscono nell’ambito dell’Iniziativa Usa-Taiwan sul commercio del XXI secolo annunciata lo scorso giugno, dopo che Taipei era stata esclusa dalla Indo-Pacific Economic Framework, iniziativa commerciale per controbilanciare l’influenza cinese nell’area.

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Pechino vede naturalmente una provocazione e una violazione della politica dell'Unica Cina. "Ci opponiamo sempre a qualsiasi forma di scambio ufficiale tra qualsiasi Paese e la regione cinese di Taiwan, compresi i negoziati e la firma di accordi con connotazioni sovrane o di natura ufficiale", ha affermato seccamente la portavoce del ministero del Commercio Shu Jueting, assicurando che Pechino adotterà "tutte le misure necessarie per salvaguardare con decisione sovranità, sicurezza e interessi di sviluppo".

Parole che lasciano intravedere possibili ritorsioni e un aumento della tensione fra Usa e Cina, già ai massimi dalla visita di Pelosi a Taipei agli inizi di agosto. Da allora Pechino ha imposto sanzioni a Taiwan su alcuni scambi commerciali e iniziato a mostrare i muscoli intensificando le esercitazioni militari vicino l'isola.

Taiwan è l'ottavo partner commerciale americano e gioca un ruolo cruciale nella fornitura di semiconduttori a livello globale. Se le trattative commerciali avessero successo, le pressioni dei critici su Pelosi si allenterebbero mostrando come la visita si è trasformata in risultati concreti.

É però più probabile secondo gli esperti che i negoziati, a prescinder  dall'esito, si tradurranno in ulteriori ritorsioni cinesi con il rischio di inasprire ancora di più i toni con Washington. Un possibile incontro fra Joe Biden e il presidente Xi Jinping a margine del G20 di novembre potrebbe offrire spiragli per stemperare la tensione.

(di Serena Di Ronza/ANSA).

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