Bufera a Venezia, volano tavoli e ombrelloni a San Marco

Gabbianelle attendono che l'acqua alta scenda, sul molo di San Marco, Venezia,
Gabbianelle attendono che l'acqua alta scenda, sul molo di San Marco, Venezia, 6 febbraio 2015. ANSA/ANDREA MEROLA

VENEZIA. – Dieci minuti di bufera, con vento a 100 km all’ora, tavolini e ombrelloni dei caffè storici di piazza San Marco volati da ogni parte, paura e fuggi-fuggi generale dei turisti. Venezia ha pagato il prezzo dell’ondata dl maltempo con momenti di terrore per gli effetti di un temporale che si è scatenato sopra la città all’ora di pranzo. Nuvoloni scuri che salivano dalla laguna, e il cielo che d’improvviso si è fatto quasi buio.

Ma mentre il temporale avanzava, gli ultimi turisti si attardavano ancora nei tavolini all’aperto dei bar, ipnotizzati dagli incredibili colori di Venezia prima della bufera. E in qualche minuto è stato il diluvio: pioggia e vento sono piombati sul centro storico e sull’area marciana, spazzando la piazza, e scaricando quasi 20 millimetri d’acqua in meno di mezz’ora.

Turisti che scappavano in preda alla paura, camerieri dei caffè, dal Quadri al Florian, che cercavano di mettere al sicuro quanto più possibile, mentre intorno il vento faceva mulinare di tutto. Ci sono stati anche due contusi: un ragazzino, a San Marco, ed un’altra persona, nell’isola del Lido, senza però gravi conseguenze. Sulla riva davanti ai Giardinetti Reali, vicino alla sede della Capitaneria di Porto, le raffiche di vento hanno fatto finire in acqua il banchetto di una rivendita di souvenir.

Paralizzata anche la navigazione in laguna. I vaporetti del servizio Act, come previsto dal protocollo di sicurezza, si sono subito fermati, ormeggiandosi agli imbarcaderi più vicini lungo il loro percorso. Danni si sono contati anche negli stabilimenti balneari al Lido, così come, all’altro capo della laguna, a Chioggia, dove la bufera ha messo a soqquadro nel litorale di Sottomarina molti ‘bagni’ sulla spiaggia.

Venezia è stata un po’ l’epicentro della sfuriata del maltempo, che tuttavia non ha risparmiato altre parti del Veneto. I centralini dei vigili del fuoco hanno ricevuto oltre 200 richieste di soccorso. Molte di queste per alberi di grosso fusto crollati sulle strade, diverse delle quali nel territorio della Città Metropolitana di Venezia. La circolazione è ripresa nel tardo pomeriggio dopo il lavoro di messa in sicurezza da parte dei pompieri.

Sempre a Venezia, sulla riva di San Marco, vento e pioggia hanno colpito duramente le bancarelle di souvenir prospicenti il bacino. Merce volata nel cielo, espositori rovesciati, una giornata di lavoro buttata via per questi piccoli commercianti. A bufera conclusa si è visto che il vento aveva colpito ance uno dei simboli della città, il Campanile di San Marco. Alla base del monumento, vicino alla porta di uscita dei visitatori, sono stati notati infatti alcuni frammenti di mattoni di colore rosso, caduti dall’alto.

Nessun distacco vero e proprio, e nessuna preoccupazione per la situazione statica del monumento. Ma l’area, una volta fatti uscire i turisti, è stata subito transennata, e ora si procederà ad una meticolosa verifica per capire da dove il materiale si sia staccato. Una delle ipotesi è anche che una delle pareti del campanile possa essere stata colpita da uno degli oggetti che volavano nell’area della piazza dove si affacciano i famosi bar.

La stazione meteo marina di osservazione del Comune, sull’isola di San Giorgio ha registrato raffiche di vento fino a 115 chilometri, con una media di 70 durante la fase più intensa. La città in sostanza è stata investita da quello che in meteorologia viene definito un downburst, un fenomeno caratterizzato da forti raffiche di vento discensionale, che superano spesso la soglia dei 100 km orari.

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