Prezzi case stabili, ma segnali di ribasso in vista

Cartelli d'affitto
Cartelli per l'affitto e la compravendita di appartamenti e case. (Fortune)

ROMA.  – I prezzi delle case potrebbero calare, dopo che nel secondo trimestre il costo per l’acquisto delle abitazioni è rimasto stabile.
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A delineare lo scenario del settore è il sondaggio congiunturale di Bankitalia, che mette insieme le valutazioni di 1.465 agenti immobiliari secondo i quali peggiorano le prospettive del mercato delle abitazioni in Italia, con aspettative di ribasso dei prezzi di vendita, alimentate anche da guerra e rincari energetici.

Nel secondo trimestre dell’anno, tuttavia, prevalgono segnali di stabilità dei prezzi, come indicato dal 67,2% degli operatori, in aumento rispetto al 62,6% della precedente rilevazione.

Ma nel terzo trimestre le quotazioni sono attese in calo e continuano a deteriorarsi le condizioni della domanda. Tra gli agenti, infatti, il saldo negativo tra giudizi di aumento e riduzione del numero dei potenziali acquirenti risulta ampliato nel II trimestre: da -2,8% a -10,8%. Pesano guerra in Ucraina e inflazione: per il 60% degli operatori stanno influenzando al ribasso la domanda, per il 40% invece concorrono anche a comprimere i prezzi di vendita delle case.

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Segnali di frenata emergono sul fronte dei mutui: la quota di compravendite finanziate con mutuo ipotecario è scesa al 67,5%, rispetto al 69,7% dello scorso trimestre. E anche sul fronte degli affitti i canoni sono segnalati in lieve rallentamento, con i giudizi di aumento, tra gli operatori, in diminuzione dal 22,5% al 20,9%. A influenzare l'andamento del mercato è anche il Covid-19.

Prevale la quota di agenti che valuta come la pandemia stia inducendo, nel complesso, un'espansione della domanda di abitazioni (26,9% in più di chi ritiene che abbia ricadute negative). Dal lato dell'offerta, invece, gli operatori che addebitano alla pandemia una contrazione sono il 10% in più di chi ritiene ne induca un aumento.

Si mantiene comunque su livelli storicamente elevati la quota di agenzie che, nel secondo trimestre, ha venduto almeno un'abitazione: 84,9%, in lieve calo dall'87,6% dei primi tre mesi dell'anno.

Tre quarti delle vendite hanno riguardato abitazioni già esistenti, mentre circa il 2% immobili di nuova costruzione. Diminuisce lievemente lo sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore, attestandosi all'8% dall'8,5%, raggiungendo così un nuovo minimo dall'inizio della rilevazione nel 2009.

Per circa la metà degli agenti il divario fra prezzi offerti e domandati resta la causa prevalente di cessazione degli incarichi a vendere, ed è aumentata di circa il 5% (al 23,9%) la quota di operatori che segnalano difficoltà nel reperimento del mutuo da parte dei compratori.

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