Trump non ha risposto 400 volte, Ny studia nuovi passi

Donald Trump in azione nel suo golf resort durante una visita a Menie estate in Aberdeenshire, Scozia. Immagine d'archivio.
Donald Trump in azione nel suo golf resort durante una visita a Menie estate in Aberdeenshire, Scozia. Immagine d'archivio. EPA/DANNY LAWSON

WASHINGTON.  – Multa o causa? La scelta di Donald Trump di invocare il V emendamento e non rispondere, per oltre 400 volte, alle domande della procuratrice di New York, lascia Letitia James davanti ad un bivio.

Nelle prossime settimane dovrà decidere se citare in giudizio l’ex presidente e portarlo a processo o cercare un accordo, tenendo presente il fatto che essendo la sua un’indagine civile il tycoon rischia al massimo una pesante sanzioni finanziaria.

Trump, intanto, si gode l’armonia ritrovata con il partito repubblicano dopo il blitz dell’Fbi e i successi dei suoi candidati alle ultime primarie ritirandosi nel suo golf club in New Jersey, circondato dai sostenitori.

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Durante l'udienza a Manhattan l'ex presidente si è rifiutato di rispondere per 450 volte, secondo quanto hanno rivelato fonti informate ai media americani. L'avvocato del tycoon, Ron Fischetti, ha rivelato che l'unica domanda alla quale non si è potuto negare è stata quella sul suo nome. Un diritto, quello di invocare in questa particolare indagine la facoltà di non rispondere, riconosciuto anche dalla procuratrice di New York, che ha confermato che Trump si è appellato al V emendamento "in modo corretto".

E tuttavia, sottolineano dall’ufficio dell’Attorney General democratica, l’indagine sul gruppo del tycoon vanno avanti. “Seguiremo i fatti e la legge ovunque essi ci portino”. A questo punto se James deciderà di fare causa la decisione di tacere potrebbe rivelarsi un boomerang per Trump. Nelle cause civili negli Stati Uniti, infatti, i giurati sanno che possono tenere in considerazione l’invocazione del V emendamento e interpretarlo come il tentativo di nascondere qualcosa. Un elemento che invece non può essere calcolato nei processi penali.

Se la procuratrice dovesse vincere nel proceso civile, l’ex presidente potrebbe essere costretto a pagare una pesante sanzione e vedere le sue attività commerciali a New York fortemente ridimensionate. Con questa minaccia in mano, gli avvocati della James potrebbero cercare di convincere il tycoon a rispondere a qualche domanda e trovare un accordo.

Intanto continuano ad emergere dettagli sul blitz dei federali a Mar-a-Lago. Tre fonti informate hanno riferito al Nyt che Trump aveva ricevuto una convocazione questa primavera per presentare documenti che secondo l’Fbi non aveva consegnato nel momento in cui aveva restituito agli Archivi nazionali i 15 scatoloni di carte portate via dalla Casa Bianca.

Secondo il Wall Street Journal, inoltre, dopo una prima visita “amichevole” degli agenti in Florida due mesi fa – circostanza che era già emersa subito dopo il blitz -, l’Fbi ha ricevuto una soffiata che Trump nascondesse carte ufficiali classificate nella sua residenza. E da qui è partita la macchina che ha portato alla perquisizione di qualche giorno fa.

Un’operazione tenuta segreta sino all’ultimo anche all’interno del dipartimento di Giustizia facendo storcere il naso ad alcuni funzionari. Pare infatti che gli agenti arrivati nella villa di Trump non indossassero neppure la divisa con la scritta Fbi e si siano presentati la mattina, e non di notte come avviene di solito, per non destare scalpore.

Ma più che i dissidi interni quello che preoccupano i vertici dell’Agenzia e del dipartimento sono le minacce online, in alcuni casi di morte, seguite alla perquisizione. Il direttore Fbi, Christopher Wray, le ha definite “inquietanti”. “La violenza contro le forze dell’ordine non è mai la risposta”, ha detto. Oltre lui e i suoi agenti nel mirino sono finiti anche il ministro della Giustizia, Merrick Garland, e il giudice che ha approvato il blitz, Bruce Reinhart.

Trump, invece, è tornato come un vincitore nel suo golf club a Bedminster per ospitare una raccolta fondi per un deputato repubblicano. Secondo quanto riferito dai presenti il tycoon è stato accolto trionfalmente dai suoi sostenitori con i quali si è intrattenuto per circa mezz’ora e ha risposto a tutte le domande.

(di Benedetta Guerrera/ANSA).

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