Iv e Azione, ‘matrimonio’ su Zoom e ironia web

Sviluppo economico, in una foto del 2016
Matteo Renzi,all'epoca presidente del Consiglio, e Carlo Calenda, all'epoca ministro dello Sviluppo economico, in una foto del 2016 ANSA/GIORGIO ONORATI

ROMA. – Bello, onesto, leader centrista sposerebbe alleato disponibile. Alla fine il matrimonio tra Matteo Renzi e Carlo Calenda c’è stato, dopo un breve tira e molla buono per mettere a posto simboli, programma, leadership e suddivisione dei collegi. A distanza, per gli oltre 300 chilometri che separano Roma dalla Versiliana, dove Renzi si trova per presentare il suo libro, e per procura, con tanto di firma apposta dagli staff.

Nessuna stretta di mano a suggellare il patto, né tantomeno il bacio che il leader di Azione la scorsa settimana aveva riservato ad Enrico Letta. Come nel finale del film il ‘Laureato’, Calenda ne bacia uno sull’altare ma poi scappa con l’altro. E d’altronde i due di colpi di scena cinematografici ne hanno riservati negli ultimi giorni, primo fra tutti quello sfoderato in diretta su Rai3, ospite di Lucia Annunziata, dall’ex candidato sindaco di Roma: “Non intendo andare avanti con l’alleanza col Pd”, mettendo fine al flirt con il partito di Letta.

Questione di feeling mancato e anche qualcosa di più, tanto che Calenda era arrivato a dire: “Non mi sento a mio agio con questo, non c’è dentro coraggio, bellezza, serietà e amore”. I due non si pigliano e se gli altri sotto il tetto dell’alleanza si chiamano Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e Luigi Di Maio allora meglio avviarsi all’uscita.

Con Matteo la musica è diversa: in principio furono il presidente e il ministro nei giorni del Governo Renzi. Nacque in quei giorni a Palazzo Chigi “un certo rapporto umano”, come lo definisce l’allora premier, che si cementa attorno ad episodi di colore, come quando raccontò di aver mandato il suo ministro a mediare nella giungla del Mozambico tra due fazioni opposte nel corso di un viaggio istituzionale.

“C’eravamo tanto…”, da quel momento il prosieguo della citazione non è poi così chiaro. Carlo e Matteo si beccano e si punzecchiano, poi si abbracciano e si mandano carezze. Come quando lo scorso febbraio, nei giorni successivi la rielezione del Presidente Mattarella al Quirinale, Calenda dice: “Gli ho voluto bene a Renzi, è nato facendo il rottamatore, è finito che è diventato una versione modernizzata di Mastella”, salvo poi urlare dal palco del congresso di Azione appena 15 giorni dopo: “Renzi? E’ stato il miglior presidente del Consiglio dai tempi di De Gasperi!”.

I detrattori lo sanno e cavalcano l’onda della campagna elettorale. Sui social, regno incontrastato di Carlo (“con Calenda abbiamo sempre discusso – disse Renzi nel lontano 2018 – solo che lui adesso ha scoperto Twitter”), impazzano i video delle loro schermaglie. “Non mi alleo con Renzi, l’ho detto 6 milioni di volte”, la clip del segretario di Azione che va per la maggiore, ripresa anche dall’account di Forza Italia.

(di Flavio Russo/ANSA)

Lascia un commento