Elezioni: si apre ricomposizione al centro, Renzi attende Calenda

In una foto del 2016, Matteo Renzi e Carlo Calenda.
In una foto del 2016, Matteo Renzi e Carlo Calenda. ANSA/GIORGIO ONORATI

ROMA. – La rottura di Azione con il Pd di Letta riapre a nuovi scenari centristi, dietro l’angolo soprattutto Italia Viva di Renzi che in queste ore tiene la sua porta più che socchiusa prefigurando una intesa che potrebbe valere – è convinto – un numero a due cifre. “Tra tante difficoltà, internazionali e domestiche, ora è il momento della Politica con la P maiuscola. Abbiamo una opportunità straordinaria #TerzoPolo”, twitta il leader di IV .

Più netto Ettore Rosato che spiega: “Ci si candida con un progetto chiaro, comprensibile per gli italiani. Italia Viva e il terzo polo lo fanno al centro, alternativi alle confusione di destra e sinistra, sull’agenda Draghi, su quel progetto che ha rilanciato il nostro Paese e che ha bisogno di continuità.

“Possibilista ma con ancora tanti dubbi Carlo Calenda: “Renzi non l’ho sentito, ma gli dirò che come non si fa la politica destra contro sinistra non si fa nemmeno contro chiunque. Bisogna spiegare agli italiani come governare. Non ho parlato con lui ma lo farò “. Poi, circa la possibilità di convergenze concrete non si sbilancia. “Lo vedremo. Negli ultimi due giorni – aggiunge – ho ricevuto dai renziani contumelie, qualsiasi scelta non coincida con quella del loro leader per loro è una scelta da traditore della patria”.

Ma il leader di Iv parlando con i suoi lascia la porta più che aperta: Se Calenda ci ripensa è il benvenuto – è il suo ragionamento -e prendiamo il 10 per centro altrimenti andiamo da soli e arriviamo al 5 per cento. Renzi conferma di non essersi ancora sentito con leader di azione ma chiarisce di tenere acceso il cellulare nelle prossime ore “in attesa che Carlo si sia deciso”.

Intanto, dalla Lombardia parte un appello per la costituzione del terzo polo che, basandosi su un accordo tra Iv e Azione, “possa accogliere chi crede sia necessario realizzare l’agenda Draghi e non si riconosce nelle coalizioni di destra e di sinistra”. A sottoscriverlo sono stati l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, Guido Della Frera di Italia al Centro, oltre a diversi amministratori locali lombardi.

“Gli italiani devono esprimere il proprio voto, sicuri di scegliere programmi chiari e contenuti di governo, non forme di alleanze solo tattiche che si sfalderanno subito dopo il voto per le loro contraddizioni – si legge nell’appello -. Per questo e per la difficile situazione economica del Paese è necessaria la nascita di un Terzo Polo che, in maniera competente, autorevole e pragmatica, porti avanti il programma di risanamento impostato dal Governo Draghi”.

“L’ accorato appello di Albertini e Della Frera è diretto proprio a Matteo Renzi, perchè fin dall’inizio – si sottolinea – ha creduto nel Terzo Polo, a Carlo Calenda e a tutte le forze che si riconoscono totalmente senza se e senza ma nell’agenda Draghi per trovare un accordo e costituire una singola lista elettorale”, conclude l’articolato appello,

Un ipotetico patto tra Azione e Italia Viva potrebbe valere il 10% dell’elettorato, azzarda Matteo Renzi parlando con i suoi sull’onda di questo nuova strada che si potrebbe aprire sul fronte moderato. Sicuramente avrebbe un valore importante, confermano alcuni sondaggisti,che accreditano tutta l’area di centro di un buon 15%. Tutto il resto si potrà valutare (la divisione dei collegi e le possibilità di successo) – si spiega – qualora si concretizzassero accordi ,instese specifiche o federazioni.

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