Vaiolo scimmie: 505 casi, Spallanzani pronto a vaccino

Cartellone con l'indicazione delle nazioni dove si è diffuso il vaiolo delle scimmie.
Cartellone con l'indicazione delle nazioni dove si è diffuso il vaiolo delle scimmie. EPA/IDREES MOHAMMED

ROMA. – Sono arrivati a 505 i casi di vaiolo delle scimmie in Italia. L’infezione continua a svilupparsi quasi esclusivamente fra maschi (501) rispetto ai soli 4 casi fra donne, secondo l’ultimo bollettino del Ministero della Salute aggiornato a oggi. Sono 26 in più nel confronto con l’ultima rilevazione di 4 giorni fa.

In attesa che il comitato per i medicinali per uso umano dell’Ema concluda l’esame per estendere l’uso del vaccino contro il vaiolo Imvanex anche al vaiolo delle scimmie, l’Istituto per le malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma annuncia di essere pronto a partire con la vaccinazione. Ma sarà il ministero della Salute a esprimere le modalità di reclutamento, con i criteri di definizione della platea e l’indicazione delle fasce di età.

Il vaccino, ha spiegato la Regione Lazio, prevede una prima dose e un richiamo da somministrare dopo un intervallo di 2-3 mesi. Il direttore generale dell’Istituto di Malattie infettive Spallanzani, Francesco Vaia ha fatto sapere di avere offerto l’expertise dell’Istituto, anche con il contributo delle Associazioni, per una corretta campagna di informazione.

“Attendiamo le Linee guida ministeriali alle quali stiamo attivamente collaborando”, ha aggiunto Vaia. La maggior parte dei casi italiani si registrano in Lombardia dove se ne contano 232, seguita dal Lazio (104), Emilia Romagna (57), Veneto (33), Piemonte (18) e Toscana (17). Sono 5 le regioni che non hanno ancora segnalato casi: Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta mentre le rimanenti 7, (comprese le province autonome di Bolzano e di Trento), ne contano meno di 10.

L’ultimo bilancio che risale al 26 luglio vede in Europa 12.761 casi segnalati al sistema Tessy e riportato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ed hanno riguardato 32 paesi. La situazione continua a preoccupare in particolare gli Usa. Il presidente americano Joe Biden ha nominato il direttore della Fema, la Protezione civile Usa, Robert Fenton come coordinatore nazionale della risposta a questa malattia in seguito all’aumento dei casi negli Stati dell’Unione, soprattutto in California e nello stato di New York che hanno dichiarato l’emergenza sanitaria.

Negli Usa si contano 1.345 casi ma solo a New York, secondo il sindaco Eric Adams, sarebbero 150.000 le persone a rischio contagio. Ed in Francia esponenti politici dell’opposizione, rappresentanti associativi e cittadini chiedono la creazione di una commissione d’inchiesta del Senato di Parigi sull’azione del governo nella lotta contro il vaiolo delle scimmie, che ritengono al momento ”insufficiente”.

Ma proprio recentemente l’Oms ha avvertito che il vaccino da solo non può fermare l’epidemia di vaiolo delle scimmie. “Chiediamo, ha detto l’Oms, di adottare misure per ridurre questo rischio”, per esempio “limitando i partner sessuali e le interazioni”. E sempre l’Organizzazione Mondiale della sanità ha segnalato “più di 18mila casi di vaiolo delle scimmie da 78 paesi, con oltre il 70% dalla regione europea e il 25% dalle Americhe. Finora sono stati registrati cinque decessi e circa il 10% dei casi e’ ricoverato in ospedale”, ha dichiarato il Direttore generale Tedros Ghebreyesus.

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