Coronavirus Italia: frena la discesa dei casi, più contatti in vacanza

Passeggio e jogging sul lungomare Caracciolo aperto ai cittadini su disposizione del governatore della Campania Vincenzo De Luca per alcune ore alla mattina ed al tramonto a Napoli
Passeggio e jogging sul lungomare Caracciolo aperto ai cittadini su disposizione del governatore della Campania Vincenzo De Luca per alcune ore alla mattina ed al tramonto a Napoli, 27 aprile 2020. ANSA/ CIRO FUSCO

ROMA. – La curva dei casi di Covid-19 frena la sua discesa in Italia e il rallentamento riguarda la maggior parte delle province, probabilmente legato ai maggiori contatti tra le persone in occasione delle vacanze. A indicarlo è l’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

Risalgono inoltre i contagi quotidiani, che dopo alcuni giorni tornano sopra 60mila: nelle ultime 24 ore ne sono stati registrati 64.861, secondo il ministero della Salute. Ieri erano stati 18.813. I dati più recenti simili a quello odierno risalgono al 28 luglio, quando le infezioni furono 60.381 e al 27 luglio quando se ne contarono 63.837. Gli italiani attualmente positivi sono 1.229.707, ovvero 225.046 in meno di ieri.

Cresce anche il numero delle vittime: oggi sono 190, in aumento rispetto alle 121 di ieri. Il tasso di positività è al 18,3%, in lieve crescita. Eseguiti in tutto 354.431 tamponi. Sono invece 386 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 12 in meno rispetto a ieri, mentre gli ingressi giornalieri sono 38. I ricoverati nei reparti ordinari sono invece 10.245 , in calo di 282.

“L’analisi delle differenze settimanali dell’incidenza dei positivi nelle ultime settimane indica nella maggioranza delle 107 province italiane una frenata della decrescita, se non l’inizio di una fase di stasi”, osserva Sebastiani, spiegando anche che “la distribuzione geografica delle province coinvolte non presenta ‘poli’ e sono coinvolte quasi tutte le regioni”. Questo, sottolinea, “suggerisce che ci siano cause comuni, verosimilmente legate all’aumento dei contatti per via degli spostamenti vacanzieri e delle attività estive”.

Sebastiani osserva inoltre che “il fenomeno è più evidente in circa il 40% del totale delle province. Ovviamente – aggiunge – questo non deve scoraggiare le persone a visitare queste province, ma ad assumere efficaci misure individuali, in primis l’uso della mascherina nelle situazioni a rischio”. Tra le province con i maggiori valori più alti di incidenza negli ultimi sette giorni (numero di casi per 100.000 abitanti) ci sono Fermo con 1.040, Macerata (920), Vicenza (870), Ancona e Padova (860).

Sul fronte delle cure, intanto, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il via libera all’utilizzo dell’anticorpo monoclonale Evusheld (tixagevimab e cilgavimab) nel trattamento precoce di soggetti con infezione da SARS-CoV-2 a rischio di una forma grave di COVID-19. Finora il medicinale era disponibile solo per la profilassi pre-esposizione in soggetti ad alto rischio.

Un gruppo di ricerca, inoltre, ha messo a punto un modello matematico per evitare il sovraccarico del sistema sanitario in caso di pandemie: a svilupparlo è stato un team tutto italiano coordinato da Sabina Nuti, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il modello, pubblicato su Journal of Biomedical and Health Informatics, è già stato testato dalla Protezione Civile in Toscana e in Puglia.

Analizzando parametri oggettivi, come il numero dei ricoveri ordinari in ospedale e quello dei ricoveri in terapia intensiva, il modello matematico sviluppato fornisce indicazioni per stimare l’andamento di una pandemia e la conseguente pressione sul sistema sanitario. “Prevedendo la progressione dei ricoveri – ha detto Nuti – saremo in grado di suggerire azioni specifiche per contenere l’effetto di una pandemia sul sistema sanitario e, più in generale, di altre infezioni virali che potrebbero svilupparsi nei prossimi anni”.

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