Amarcord: quando una gara fu sospesa per la perdita di un anello di brillanti

CARACAS – Il calcio venezuelano é pieno di aneddoti che vengono tramandati di generazione in generazione sugli spalti dei diversi campi o addirittura mentre fai la fila per comprare una bibita durante l’intervallo.

Un giorno una persona in fila per comprare un panino ed una “cervecita”, parlando con un amico, gli ha raccontato questa storia. Anch’io nella stessa fila l’ho ascoltato mentre aspettavo il mio turno per dissetarmi, e la riporto anche se non verificata.

Nel mese di settembre del lontano 1939 si affrontavano Litoral-Escuela Naval su un campetto dove oggi sorge l’Aeroporto a Maiquetía. Stando al racconto tutto filava liscio fino a cinque minuti dal termine quando il direttore di gara José Pariente  decretò un calcio di rigore in favore della “Escuela Naval”.

Tutti i giocatori del Litoral protestarono con veemenza, in particolare Mike Jiménez che reclamò non solo a parole  con l’uomo vestito di nero per la decisione appena presa. Fu la scintille del putiferio che si scatenò in campo.

Il direttore di gara aspettò che si placassero gli animi per espellere Jiménez. Ma non s’inizia di nuovo a giocare e tutti sugli spalti si chiedevano: Cosa succede? Perché non riprende la gara?

Il motivo? Durante il tafferuglio in campo, José Pariente aveva perso un anello di brillanti e aveva costretto i calciatori ad aiutarlo a ritrovare il suo gioiello. A questa ricerca parteciparono giocatori, allenatori e massaggiatori. Ma passavano le ore e si fece buio ed i ricercatori iniziarono a disertare la caccia all’anello. L’unico che rimase sul campo di Maiquetía fu il direttore di gare che con una torcia in mano ritrovò il suo anello di brillati a notte inoltrata.

A quanto riferito dal Juan Pérez, la persona che era in fila per comprare il panino, suo padre gli raccontò che l’arbitro Pariente non indossò mai più un anello durante le gare.

(di Fioravante De Simone / redazione Caracas)

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