Colombia: governo Petro chiede a gruppi armati “gesti” per pace

BOGOTÁ.  – Danilo Rueda, futuro commissario per la Pace del governo entrante di Gustavo Petro in Colombia, ha chiesto “gesti” ai gruppi armati illegali e alle bande criminali interessate ad avvalersi della “pace totale” proposta dal nuovo governo, che si insedierà il 7 agosto.

“Continuiamo a insistere affinché tutti i gruppi armati dimostrino pubblicamente o ci diano un gesto o un segno della loro volontà di essere parte della pace totale”, ha affermato il funzionario, chiedendo la “cessazione” delle violenze che nelle ultime settimane sono state commesse dal Clan del Golfo contro la polizia colombiana.

Alcuni giorni fa, il Clan del Golfo e altre organizzazioni criminali hanno pubblicato una lettera congiunta per proporre di avviare colloqui con Petro per abbandonare le armi. Il governo entrante ha parlato in più occasioni del desiderio di raggiungere una “pace totale”, che includerebbe non solo le bande criminali, ma anche il gruppo guerrigliero dell’Esercito di Liberazione Nazionale (Eln). Petro ha espresso la propia disponibilità a riprendere i dialoghi con i ribelli iniziati con la presidenza di Juan Manuel Santos e sospesi con l’attuale mandato di Ivan Duque.
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Di fronte alla possibilità di riprendere questi colloqui, Rueda ha sottolineato che “solo quando si insedierà Petro si apriranno le possibilità legali e costituzionali per avviare un avvicinamento diretto” per riattivare il dialogo.

Durante la sua visita in Cile, la vicepresidente eletta della Colombia, Francia Márquez, ha rivelato che il presidente di quel Paese, Gabriel Boric, ha offerto il suo territorio come possibile luogo per i negoziati con l’Eln, che fino alla loro sospensione erano stati portati avanti all’Avana.

Nel frattempo, Il Cile si è offerto come possibile sede di eventuali futuri negoziati fra il governo colombiano del presidente Gustavo Petro, che si insedia il 7 agosto prossimo, e l’Esercito di liberazione nazionale (Eln), organizzazione di guerriglia insurrezionale rivoluzionaria.

L’informazione è stata rivelata ieri dalla vicepresidente eletta della Colombia, la afro-discendente Francia Márquez, che ha dichiarato di aver appreso “con grande gioia che il presidente cileno (Gabriel) Boric ha espresso non solo la sua disponibilità ad accompagnare il nostro impegno di raggiungere la pace, ma ha offerto la sua casa, il Cile, come sede di colloqui tra lo Stato colombiano e l’Eln”.

Márquez è stata ricevuta al Palacio della Moneda dal capo dello Stato cileno nell’ambito di un tour di quattro Paesi latinoamericani, e ha poi partecipato ad un incontro nell’Università del Cile organizzato da movimenti femministi e antirazzisti. La vicepresidente eletta ha ribadito che “la nostra sfida principale è raggiungere la pace in Colombia. È la sfida più grande che dobbiamo superare, perché per me è stato molto doloroso durante la campagna elettorale vedere come le persone hanno rinunciato ai loro diritti economici e sociali per vivere in pace”.

Del comitato di accoglienza cileno faceva parte anche l’attivista antirazzista di Negrocéntricxs, Paola Palacios: “È un grande onore partecipare a questo tipo di eventi con compagne che sono molto diverse fra loro: donne nere, donne indigene, diverse sessualmente, e migranti che costruiscono un Paese e una società migliore dove valga la pena vivere”, ha detto.

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