Sprint del Pil italiano, ma allarme prezzi in Europa

Operai in industria metalmeccanica
Operai in industria metalmeccanica. (ANSA)

ROMA.  – L’economia italiana mette l’acceleratore e archivia il secondo trimestre con una crescita del Pil di un punto percentuale. Uno sprint che galvanizza la Borsa (Piazza Affari chiude a +2,10%) fa brillare il nostro paese in Europa (l’Ue 19 si ferma a +0,7%) e lascia nettamente indietro la locomotiva del vecchio continente, la Germania, che paga l’incertezza legata a guerra e pandemia con una crescita inchiodata a zero.

Resta alta tuttavia in tutta Europa l’emergenza inflazione, che nell’Eurozona tocca un nuovo record, sfiorando il 9%. Livello che in Italia viene addirittura superato nel conto del cosiddetto “carrello della spesa”.

La stima preliminare dell’Istat sul Pil nel secondo trimestre evidenzia un aumento dell’1% rispetto al trimestre precedente e del 4,6% su base annua. Un dato positivo, dovuto alla crescita della produzione di industria e servizi che compensano il calo dell’agricoltura, che conferma la “fase espansiva” in corso da sei trimestri.

L’accelerazione rispetto a gennaio-marzo (+0,1%) è evidente e permette di mettere in sicurezza una crescita acquisita per il 2022 superiore alle più recenti previsioni: alla luce del +1% di aprile-giugno, infatti, se si avesse una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno, il 2022 chiuderebbe al +3,4%.

Quindi più del +2,9% stimato dalla Commissione Ue e del +3% del Fondo monetario. Con il ministro della P.a. Renato Brunetta che azzarda: “avanti di questo passo, è ragionevole aspettarsi un tasso di crescita annuo più vicino al 4%”.

Ma il dato segna anche un altro risultato. Il Pil del secondo trimestre è “nettamente superiore al livello medio del 2019” e quindi “il recupero dalla crisi causata dalla pandemia può dirsi completato”, certifica il Ministero dell’economia, facendo notare che la crescita è stata “robusta” nonostante il contesto di “grande difficoltà” e ricordando il forte contributo all’economia dato dalle misure del governo con la legge di bilancio e i numerosi decreti a sostegno di famiglie e imprese. Daniele Franco e Mario Draghi da settimane esprimevano anche pubblicamente cauto ottimismo.

Certo, l’incertezza in vista dell’autunno rimane elevata ma sono proprio questi numeri, osservano i collaboratori del premier, che permettono – a saldi invariati – di mettere in campo il nuovo intervento in preparazione, il decreto aiuti bis, che consentirà di mitigare l’impatto dei rincari e di sostenere la domanda anche nei prossimi mesi.

L’Italia si fa anche notare in Europa. Sempre nel secondo trimestre, infatti, secondo la stima flash di Eurostat, il Pil è aumentato dello 0,7% nell’Eurozona e dello 0,6% nell’Ue nel suo insieme. L’Italia, in base ai dati disponibili, conquista il podio, dietro Svezia (+1,4%) e Spagna (+1,1%). La Francia si ferma al +0,5%. Delude la Germania, con un’economia in stallo.

“L’Italia non è più quella della retorica della crescita a ‘zero virgola’, l’ultima ruota del carro, il grande malato d’Europa”, commenta sempre Brunetta. Cita i casi di Italia e Spagna il commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni, che plaude al dato europeo: “Crescita dell’Eurozona meglio del previsto”. Tuttavia, ancora non basta. “Non siamo in recessione, ma resta l’incertezza per i prossimi mesi e l’inflazione si mantiene a livelli record”, avverte Gentiloni.

Lo dicono gli ultimi dati sui prezzi al consumo, diffusi oggi in Europa e in Italia. Nell’Eurozona l’inflazione segna addirittura un nuovo record, salendo a luglio all’8,9%, dall’8,6% di giugno, a livelli mai registrati dalla nascita dell’Unione economica. In Italia il +0,4% su base mensile, porta il tasso annuo al +7,9%, in lievissimo rallentamento dal record di giugno (+8,0%), grazie soprattutto al calo degli energetici.

Schizza però a livelli record il cosiddetto “carrello della Spesa”, che si impenna a luglio al +9,1% (dal +8,2%), con un aumento che non si osservava da settembre 1984. Con il dato di luglio, l’inflazione acquisita per il 2022 è già al +6,7%. Una dinamica che tocca da vicino i consumatori, con le associazioni che calcolano per le famiglie una maggior spesa da oltre duemila euro come segnala

(di Enrica Piovan/ANSA).

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