Coronavirus Italia: reparti e intensive ancora alti. “Fare la quarta dose”

L'hub vaccinale di Acea a Roma, 26 novembre 2021.
L'hub vaccinale di Acea a Roma, 26 novembre 2021. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Ondata estiva di Covid ancora in discesa: cala l’indice di contagio Rt, da 1,34 della settimana scorsa a 1,23, ma ancora sopra la soglia epidemica. E diminuisce anche l’incidenza a livello nazionale che, nel periodo 29 giugno-12 luglio, torna sotto quota mille, ovvero 977 ogni 100mila abitanti, da 1.158 di sette giorni fa. Aumentano, però, i ricoveri sia in terapia intensiva sia nei reparti ordinari.

Lo indica il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia di Covid-19, che al 21 luglio evidenzia un tasso di occupazione nelle rianimazioni del 4,1% dal 3,9%. Il tasso in area medica a livello nazionale sale invece al 17,1% dal 15,8%. Terapie intensive ancora sotto la soglia del 10%, evidenzia il direttore Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza che, spiegando i dati del monitoraggio, rinnova l’invito a fare la quarta dose. “Data la velocità di circolazione virale che è ancora relativamente elevata, è bene ancora mantenere comportamenti ispirati alla prudenza ma soprattutto ricordiamo l’importanza di effettuare la quarta dose di vaccino che protegge dalla malattia grave”, per over 60 e fragili.

Intanto, il bollettino quotidiano del ministero della Salute indica che sono in diminuzione anche le infezioni registrate nelle ultime 24 ore con 71.075 i nuovi positivi rilevati attraverso 341.191 tamponi. Nelle 24 ore precedenti i contagiati erano stati 80.653. Le vittime sono invece 155, due in meno. Il tasso è al 20,8%. Nelle terapie intensive sono ricoverate 405 persone, gli ingressi giornalieri sono 43. Nei reparti ordinari ci sono 10.944 pazienti, 40 in meno. Gli italiani positivi al Coronavirus sono attualmente 1.449.439, in 24 ore 6.382 in meno. E l’assessore alla Sanità della regione Lazio, Alessio D’Amato rilancia: “Gli asintomatici escano dall’isolamento anche senza test”.

A livello generale, in base alla fotografia settimanale scattata da Iss e ministero della Salute, tornano le regioni classificate a rischio basso, totalmente assenti nel monitoraggio settimanale precedente. Sono tre: Campania, Lazio e Molise. Si dimezzano quelle considerate a rischio alto che da 8 scendono a 4. Queste ultime sono Emilia Romagna, Marche e Valle d’Aosta per la presenza di molteplici allerte di resilienza, alle quali si aggiunge la Toscana, che si presenta come “non valutabile (equiparata a rischio alto)”. Tutte le altre rientrano in una valutazione di rischio moderato ma tra queste 5 sono “ad alta probabilità di progressione”, numero stabile rispetto alla scorsa settimana.

Per l’incidenza, invece, resta alta in Abruzzo, Umbria, Marche e Veneto ma tutte e quattro mostrano segni di raffreddamento. L’ Abruzzo si colloca a 1421,3 casi ogni 100mila abitanti, seguito da Umbria (1257,6) Marche (1235,6) e Veneto (1167,9). Sul fronte delle strutture sanitarie sono poi Umbria, Calabria e Valle d’Aosta a registrare il più alto numero di ricoveri nei reparti ordinari, (l’Umbria è al 42,2% mentre le altre due segnano rispettivamente 32,9% e 31,3%) e in generale in una settimana sono salite da 14 a 16 le regioni che hanno superato la soglia del 15%. Nelle terapie intensive invece nessuna tocca il 10%: la Calabria si avvicina col 9,5%, seguita da Liguria (6,2%) e Sicilia (6,0%). Dati rassicuranti arrivano poi sul fronte delle cure.

Continua a essere osservata speciale la sotto-variante BA.2.75 (la cosiddetta Centaurus) che, secondo uno studio coordinato dal Karolinska Institutet di Stoccolma e pubblicato su bioRxiv, non sfugge al sistema immunitario più di Omicron 5, e risponde leggermente meglio di quest’ultima al cocktail di anticorpi monoclonali tixagevimab e cilgavimab usato per prevenire Covid-19 nelle persone a rischio.

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