“Caccia Nato a Kiev”, gli alleati ora ci pensano

Una foto del Ministero della Difesa dell'Ucraina, caccia in fase di decollo
Una foto del Ministero della Difesa dell'Ucraina, caccia in fase di decollo. (Photo by AFP)

ROMA. La mossa era stata bloccata da Joe Biden nel marzo scorso dopo oltre una settimana di discussioni. I Mig polacchi non potevano essere consegnati all’Ucraina, che li chiedeva con insistenza per difendere i propri cieli dagli invasori russi. Troppo rischioso, aveva giudicato il presidente Usa, ritenendo che la fornitura avrebbe potuto portare la Nato ad uno scontro diretto con Mosca.

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Ma la scelta viene rimessa adesso in discussione, almeno secondo le rivelazioni del Washington Post. Gli Stati Uniti e gli alleati del Patto atlantico, scrive il giornale, stanno infatti considerando la possibilità di fornire all’Ucraina propri jet e addestrare i loro militari ad usarli.

A sostegno dell’affidabilità della notizia sembra essere il fatto che a diffonderla non sia stata una fonte anonima, come spesso accade, ma un generale con nome e cognome: Charles Q. Brown Jr, capo della US Air Force, secondo il quale fra le opzioni possibili ci sono i jet Gripen prodotti in Svezia, i Rafale francesi e gli Eurofighter Typhoon.

Fin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina la Casa Bianca aveva mostrato di voler evitare ogni pericolo di una guerra con la Russia. Anzi, fin da una decina di giorni prima dello scoppio del conflitto, quando gli Usa ritirarono i loro consiglieri militari a Kiev e chiarirono che i soldati americani non sarebbero intervenuti nemmeno per mettere in salvo i cittadini statunitensi.

Ma nelle ultime settimane una linea è stata varcata con l’invio alle forze ucraine dei missili mobili a lunga gittata Himars, capaci di colpire in profondità il territorio russo e che Kiev e gli alleati occidentali presentano come l’arma che può mutare le sorti della guerra a favore dell’Ucraina. Mosca ha reagito, con il ministro degli Esteri Serghei Lavrov che ha minacciato un’estensione dell’offensiva al di fuori del Donbass proprio in risposta alle nuove forniture.

Ma la Casa Bianca ha annunciato comunque ulteriori 270 milioni di dollari di aiuti all’Ucraina in assistenza militare, compresi 500 droni kamikaze Phoenix Ghost e altri quattro sistemi di lancio Himars.

Le preoccupazioni per conseguenze imprevedibili del conflitto continuano ad accentrarsi anche sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. Gli ucraini accusano i russi, che controllano l’impianto, di avervi immagazzinato carri armati, esplosivi e missili. Da parte loro le autorità di Mosca accusano gli ucraini di condurre pericolosi attacchi nelle vicinanze dei sei reattori, con il rischio di provocare una catastrofe. Il ministero della Difesa di Kiev ha detto che anche oggi un drone kamikaze ucraino si è abbattuto su un acampamento di soldati russi vicino alla centrale, provocando tre morti e 12 feriti.

Intanto fonti dell’Intelligence britannica affermano che l’offensiva russa nel Donbass sta perdendo colpi e le forze di Mosca potrebbero trovarsi presto a corto di armi e uomini. Kiev sostiene che nella regione di Kherson, ad ovest della penisola di Crimea, i russi sono accerchiati vicino al villaggio di Visokopilya. E sempre nella parte occidentale dell’Ucraina i bombardamenti delle forze di Mosca hanno preso di mira tre distretti intorno a Kykoyaiv.

(di Alberto Zanconato/ANSA).

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