Spari in Indiana, 4 morti. Killer ucciso da un passante

Agenti di polizia sul luogo della sparatoria a Greenwood, in Indiana. (ANSA)

WASHINGTON. – Non si ferma la scia di sangue negli Stati Uniti, dove ogni anno 40.000 persone muoiono per la violenza delle armi. Un uomo ha aperto il fuoco in un centro commerciale in Indiana ed ha ucciso tre persone prima di essere colpito a morte da un passante armato.
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Un episodio angosciante, anche per l’epilogo da far west, proprio nelle ore in cui un nuovo video scioccante mette a nudo l’inettitudine dei poliziotti di fronte al killer di Uvalde.

L’incubo di Greenwood, una cittadina a pochi chilometri da Indianapolis, inizia alle sei di pomeriggio di un’afosa domenica d’estate. Un uomo entra in un centro commerciale armato di un fucile e carico di centinaia di munizioni ed apre il fuoco.

Scoppia il panico tra la folla, che cerca disperatamente di ripararsi come può dai proiettili. Una scena terrificante, vista centinaia di volte negli Stati Uniti. Tre persone vengono uccise, molte ferite, tra le quali una ragazzina di 12 anni.

Fino a quando un “buon Samaritano” 22enne, così lo ha definito il capo della polizia locale, non ha tirato fuori la pistola che portava con sé, “legalmente”, e ha freddato il killer evitando così che il bilancio della strage fosse molto più pesante. Al momento non sono stati resi noti né il nome dell’aggressore né quello del cittadino che l’ha ucciso.

E neppure si conosce ancora la ragione che ha scatenato l’ennesimo episodio di violenza senza senso a due settimane dal massacro del 4 luglio alla periferia di Chicago, costato la vita a sette persone, e a quasi due mesi dalla strage nella scuola elementare Robb, in Texas, dove sono stati uccisi 19 bambini e due insegnanti.

Sempre in maggio, altri 10 morti innocenti, tutti afroamericani, trucidati da un suprematista bianco in un supermercato di Buffalo.

Sulla strage di Uvalde continuano ad uscire video sconcertanti sugli errori commessi dalla polizia. L’ultimo è stato diffuso tramite la Cnn dal sindaco della cittadina texana, sfidando il divieto del procuratore incaricato delle indagini.

Le immagini di una body cam mostrano i poliziotti all’interno della scuola nel caos più totale su come rispondere al killer che si era barricato in un’aula. Uno si mette persino a guardare il suo cellulare con il rumore degli spari e le urla dei bambini sullo sfondo. Un altro armeggia con un paio di chiavi per aprire una porta lungo il corridoio che portava alle classi dove Salvador Ramos nel frattempo continuava ad uccidere bambini.

Un altro arrivato fuori dall’aula si rivolge al killer e dice, senza neanche urlare: “Per favore, metti giù il fucile, per favore”. Nelle immagini mostrate qualche giorno fa si vedeva un poliziotto pulirsi le mani con un igienizzante. In totale 70 minuti di agenti inermi, che adesso rischiano procedimenti disciplinari anche se finora solo un agente è stato sospeso.

Intanto si è aperto il processo al killer del liceo di Parkland, in Florida, una delle stragi più efferate della storia americana quattro anni fa. La giuria sarà chiamata a decidere il futuro di Nikolas Cruz, il 23enne che ha ucciso 14 studenti e tre membri dello staff della scuola Marjorie Stoneman Douglas. Rischia la pena di morte.

(di Benedetta Guerrera/ANSA).

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