Ghiacciaio Marmolada torna a muoversi, sospese le operazioni

Marmolada: l'elicottero delle ricerche sorvola la zona della tragedia.
Marmolada: l'elicottero delle ricerche sorvola la zona della tragedia. ANSA/ANDREA SOLERO

TRENTO. – A due settimane dal disastro della Marmolada, il ghiacciaio della Regina delle Dolomiti torna a mostrare segni di cedimento a causa dalle alte temperature, con l’allargamento del lungo crepaccio presente sulla vetta, dove è stata registrata una temperatura di 16 gradi, e piccoli crolli di assestamento sulla parete di ghiaccio venutasi a creare con il distacco del seracco dello scorso 3 luglio in cui sono morte 11 persone.

Movimenti che ribadiscono la gravità della situazione, confermata anche dalla decisione della Protezione Civile: si farà una mappatura di tutti i ghiacciai italiani per conoscere i rischi ed individuare dei criteri omogenei per un monitoraggio costante. I movimenti del ghiacciaio hanno ovviamente comportato l’immediata sospensione di tutte le operazioni di ricerca dei resti presenti ancora in quota. E anche i droni del Corpo nazionale del Soccorso alpino, che negli ultimi giorni hanno permesso l’individuazione e la geolocalizzazione di nuovi reperti, non ancora recuperati, sono stati messi a terra.

Si sono invece alzati in volo gli elicotteri e i droni della Protezione civile di Trento, allo scopo di effettuare il rilevamento del crepaccio presente sulla destra orografica rispetto al seracco crollato. Il crepaccio è stato notato poco dopo le 13.30 di domenica, a seguito dell’allarme lanciato dal gestore del rifugio, Luca Tolto, che ha parlato di un forte boato proveniente proprio dal ghiacciaio.

“La frattura c’è sempre stata, ma forse è più larga del solito. È stata soprattutto notata una grande quantità di acqua che entra in questo crepaccio”, ha spiegato Mauro Gaddo, del Servizio prevenzione rischi e centrale unica di emergenza della Provincia di Trento, commentando i risultati del primo sorvolo del ghiacciaio. Una situazione che preoccupa i responsabili della Protezione civile, dato che la massa di ghiaccio in movimento è nettamente superiore a quella che ha interessato il crollo.

Per precauzione, il rifugio sul ghiacciaio è stato evacuato e i vigili del fuoco di Trento hanno aiutato Tolto a riportare a valle alimenti e attrezzature. L’allargamento del crepaccio rimette al centro del dibattito il tema della pericolosità dei ghiacciai in relazione ai cambiamenti climatici in atto. In una riunione che si è tenuta oggi tra la Protezione Civile e i presidenti delle Regioni e delle Province autonome dell’arco alpino si è infatti deciso di effettuare una mappatura dei ghiacciai italiani, per individuarne la pericolosità e i rischi di ciascuno.

La decisione segue la riunione del 12 luglio scorso della Commissione grandi rischi, da cui era emersa la necessità di ottenere dei modelli dei meccanismi di innesco dei fenomeni di instabilità dei ghiacciai. L’obiettivo è di arrivare a delle linee guida e dei criteri omogenei per un monitoraggio costante. Oltre alla mappatura, verranno raccolte tutte le informazioni storiche e le evidenze dei fenomeni in atto in modo da predisporre possibili modelli di intervento per le operazioni di protezione civile.

Nel frattempo, con il nulla osta della Procura di Trento, sono già state fissate le date dei funerali di due delle vittime del disastro. Mercoledì 20 luglio avranno luogo le esequie del 27enne Filippo Bari a Isola Vicentina (ore 10) e dell’alpinista trentina Liliana Bertoldi, a Levico Terme (ore 16).

(di Lorenzo Basso/ANSA)

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