Giudici tedeschi, no a pizzeria ‘Falcone e Borsellino’

Mafia, la foto storico di Falcone e Borsellino
Mafia, la foto storica dei magistrati Falcone e Borsellino morti di mafia.

PALERMO. – Alla vigilia delle manifestazioni per ricordare il trentesimo anniversario della strage di via D’Amelio, dopo la sentenza del Tribunale di Caltanissetta che tre giorni fa ha stabilito che il depistaggio ci fu ma resta senza colpevoli, un verdetto dei giudici tedeschi “cancella” una discussa sentenza di primo grado che due anni fa aveva suscitato roventi polemiche.

Una pizzeria di Francoforte non potrà infatti utilizzare il nome di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per farsi pubblicità. Il titolare del locale, Constantin Ulbrich, che frattanto ha chiuso, rischia in questo caso un’ammenda fino a 250mila euro o una condanna fino a sei mesi di reclusione. Sui muri della pizzeria “Falcone Borsellino”, sui quali erano stati riprodotti fori di proiettili, Ulbrich aveva anche appeso la celebre foto di Tony Gentile che ritrae insieme i due giudici assassinati 30 anni fa, e accanto aveva messo l’immagine di don Vito Corleone del celebre film “Il Padrino”.

Una scelta che non era piaciuta a Maria Falcone, sorella del giudice ucciso dalla mafia e presidente della Fondazione che porta il nome del magistrato che aveva fatto ricorso per inibire al commerciante l’uso del nome di Falcone. Ma in primo grado l’istanza era stata respinta perché, aveva scritto il tribunale, “Falcone ha operato principalmente in Italia e in Germania è noto solo a una cerchia ristretta di addetti ai lavori e non alla gente comune che frequenta la pizzeria”.

Il tribunale sosteneva inoltre che, essendo passati 30 anni dalla morte di Falcone, il tema della lotta alla mafia non era più così sentito tra i cittadini. La sentenza aveva suscitato dure reazioni, con una nota di disappunto da parte dell’Ambasciata d’Italia in Germania e un intervento dell’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che aveva espresso “amarezza” per la decisione dei giudici tedeschi: “Chi ha scritto quella sentenza – aveva dichiarato – ignora che Giovanni Falcone è stato un pioniere della cooperazione internazionale. Tutelare la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vuol dire salvaguardare il valore, ormai planetario, della lotta alla mafia”.

A distanza di due anni, i giudici di appello di Francoforte sul Meno hanno ribaltato la sentenza di primo grado e hanno accolto il ricorso presentato dalla professoressa Falcone. Nella sentenza, depositata nei giorni scorsi, la corte ha disposto il divieto di uso “della denominazione commerciale ‘Falcone’ da sola o come parte di una denominazione commerciale, in particolare come nome della pizzeria ‘Falcone e Borsellino’, su insegne, menu, materiale pubblicitario, su internet, su Facebook e su Instagram nell’ambito dell’attività commerciale”.

“E’ una sentenza che ristabilisce il senso del rispetto. Ci sono nomi e argomenti sui quali non è possibile ironizzare, scherzare e tantomeno speculare a fini commerciali”, commenta Maria Falcone che ringrazia per il loro lavoro i legali Rodolfo Dolce e Angela Bonacina che l’hanno assistita. La corte inoltre riconosce che Maria Falcone abbia una legittima pretesa al diritto alla richiesta di risarcimento in base al diritto al nome e al diritto alla personalità post mortem.

“La violazione del diritto alla personalità post mortem del giudice Falcone da parte di atti commerciali discutibili perché contrastano con la sua vita e il suo lavoro è fondamentalmente da approvare”, scrivono infine i giudici. Come dire che Falcone e Borsellino, due magistrati simbolo della lotta alla mafia ed eroi civili conosciuti in tutto il mondo, non possono essere ridotti a un brand per farsi pubblicità.

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