ROMA. – Si infiamma nuovamente la protesta dei tassisti in tutta Italia dopo la pubblicazione degli Uber Files e si stringe, da più parti, attorno al governo il pressing per uno stralcio o una revisione dell’articolo 10 del ddl concorrenza, che affronta il tema della liberalizzazione del settore.
Ipotesi, quella della revisione, che secondo quanto filtra dai palazzi sarebbe sul tavolo. Si starebbe infatti lavorando a una riformulazione dell’articolo, in modo da trovare una sintesi.
Ma mentre proseguono le interlocuzioni a tutti i livelli, nella maggioranza e tra governo e Parlamento, al momento non è intuibile quale possa essere il compromesso, atteso che i tassisti restano saldamente fermi sulle proprie posizioni: stralcio dell’articolo, prosecuzione della riforma del servicio già avviata nel 2019, riapertura di un tavolo di confronto con l’esecutivo.
Richieste che sono state ribadite oggi in piazza. A Milano, Napoli, Torino ma soprattutto a Roma, cuore delle proteste, dove centinaia di manifestanti hanno occupato Via del Corso scandendo la propria rabbia, tra fumogeni e petardi, contro il governo ma soprattutto contro Uber, tenuti a distanza da Palazzo Chigi da un cordone di polizia, con le vie d’accesso ai palazzi istituzionali blindate dalle forze dell’ordine.
Sempre davanti il palazzo del governo prosegue la protesta di cinque rappresentanti sindacali delle auto bianche che, dal primo pomeriggio di martedì, si sono incatenati e annunciano di restare in questa condizione a oltranza, fino a quando non arriveranno delle risposte. Intanto, tra ieri e oggi, si sono susseguiti gli incontri tra i rappresentanti dei tassisti e le delegazioni di Lega, Forza Italia, M5s e Pd.
Sul fronte parlamentare, in commissione Attività produttive della Camera dove il testo è approdato dopo l’ok del Senato, da quasi tutti i gruppi sono arrivati emendamenti per lo stralcio dell’articolo 10, anche se al momento il nodo non è stato ancora affrontato.
Domani, secono quanto si apprende, in mattinata è prevista una riunione di maggioranza per fare il punto. L’incontro, previsto a latere dei lavori in Commissione, vedrebbe anche la partecipazione della vice ministra ai Tasporti, Teresa Bellanova, e del titolare del ministero, Enrico Giovannini.
Ma il pressing sul governo arriva anche dai sindacati. Per il leader della Cgil, Maurizio Landini, sussiste la possibilità di stralciare l’art. 10, dovendo però fare i conti con “tutta l’evoluzione che nel settore c’è sul terreno dell’innovazione digitale”. A chiedere una riscrittura dell’articolo è invece il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che sottolinea la necessità di “identificare chi fa che cosa tra Ncc e taxi, definendo con più esattezza ruoli e funzioni”.
Un appello al governo a discutere e dialogare arriva invece dal leader della Cisl, Luigi Sbarra, che indica come obiettivo quello di trovare “soluzioni equilibrate e condivise”.
Un altro punto su cui battono le organizzazioni sindacali dei tassisti è la richiesta di chiarimenti circa un incontro avvenuto a Palazzo Chigi, a fine maggio, con il Ceo mondiale di Uber: “Vogliamo sapere da chi è stato ricevuto il capo di Uber a Palazzo Chigi e di cosa si è parlato” tuonano, “in un momento nel quale – spiegano – senza alcun apparente motivo i taxi sono stati inseriti nel ddl concorrenza, nonostante la liberalizzazione del servizio non sia prevista dalla direttiva comunitaria Bolkestein e l’obiettivo non è tra quelli necessari per ottenere i fondi europei del Pnrr”.
Sul fronte opposto invece si collocano le associazioni dei consumatori, che sposano la linea mantenuta finora dall’esecutivo: “Speriamo che il governo non ceda all’ennesima provocazione”, afferma in una nota l’Unc, mentre per il Codacons occorre “proseguire sulla strada del ddl concorrenza introducendo nel comparto le innovazioni che servono ai consumatori, rimandate da troppi anni”.
(di Marco Assab/ANSA).