Tridico: ora salario minimo, troppi lavoratori poveri

orum ANSA con Pasquale Tridico.

ROMA.  –    In Italia le retribuzioni sono troppo basse ed è questo che rende complicato per le aziende trovare il personale necessario più che l’effetto spiazzamento del Reddito di cittadinanza e dell’estensione degli ammortizzatori sociali: il presidente dell’Inps. Pasquale Tridico, in un Forum dell’ANSA torna ad insistere sulla necessità di introdurre nel nostro ordinamento il salario minimo legale, dicendosi convinto che la strada corretta sia quella legislativa piuttosto che quella contrattuale.
div id=’prj_300x250_intext’ ></div
Ci sono troppi lavoratori poveri e la povertà lavorativa in un sistema previdenziale che lega le prestazioni ai contributi versati significa avere molti pensionati poveri in futuro. "Il 23% dei lavoratori guadagna meno del reddito di cittadinanza","il 20% percepisce il reddito di cittadinanza: i 2/3 sono disabili, ragazzi, persone che non hanno mai lavorato", ha spiegato, sottolineando che i "livelli salariali sono troppo bassi, i contratti sono fermi da 9 anni". Non solo: c'e' una segmentazione del mercato del lavoro, una polarizzazione tra ricchi e poveri, tra donne e uomini.

Le donne hanno salari più bassi. Un lavoratore su tre ha salari sotto mille euro al mese".  Secondo Tridico la soglia di 9 euro lordi l'ora è sostenibile anche di fronte all'aumento dei prezzi che si è registrato quest'anno (che di fatto rende l'importo reale per il lavoratore più basso). "Partire da questa soglia sarebbe già un risultato importante", ha detto, sotto questa soglia ci sono 4,3 milioni di lavoratori".

I pensionati che ora nella fascia più bassa di reddito e che possono contare su appena 7mila euro l’anno “avrebbero – spiega – un reddito da pensione del 10% più alto se avessero avuto un salario minimo equiparabile a questo livello”. Per evitare la rincorsa salari prezzi in un periodo di alta inflazione secondo Tridico, sarebbe utile intervenire sul cuneo fiscale, aumentando il salario netto riducendo le tasse per i lavoratori.

Il presidente dell’Inps ha sottolineato che il 2022 è un anno positivo sul fronte dell’occupazione che aumenta ma anche per la spesa per ammortizzatori sociali che diminuisce dopo i primi due anni di pandemia. I conti dell’Istituto secondo il presidente saranno migliori del preventivo che fissava a -13,17 miliardi il risultato economico di esercizio e a -14 miliardi il patrimonio.

“Stiamo notando – ha detto – che anche durante questo conflitto e questa crisi energetica, il mercato del lavoro sta reggendo, abbiamo un tasso di occupazione che sta crescendo, una dinámica del mercato del lavoro positiva e quindi penso che le entrate di bilancio, spinte da un tasso di occupazione in crescita, possono dare alla fine un risultato negativo inferiore a quello preventivato”.

Il sistema comunque – ha detto – “è sostenibile”, a fronte di 16 milioni di pensionati ci sono 23 milioni di lavoratori, un dato che è ancora sostenibile ma va tenuto sotto controllo cercando di aumentare la platea dei lavoratori, guardando soprattutto a giovani e donne, e lavorando sulla regolarizzazione del sommerso.

Infine Tridico ha ribadito la validità della sua proposta per affrontare il tema dell’introduzione di maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione. ” Il nostro sistema previdenziale   ha detto –  è retto da due grandi leggi, la riforma Dini e la riforma Fornero, da lì non si scappa. Quello che si può fare è introdurre meccanismi di flessibilità individuando platee tipo quella dell’Ape sociale. Io penso che si possa prevedere un’uscita a 63 anni sulla base della propria contribuzione e poi avere a 67 anni la parte retributiva. Il costo nel trienio sarebbe di circa 3,5  milioni, è una delle proposte più contenute in termini finanziari”.

Lascia un commento