Filorussi: “I mercenari stranieri saranno fucilati”

Mykhailo , un soldato delle brigate volontarie di Odessa. (ANSA)

ROMA.  – I filorussi del Donbass sono pronti a fucilare i mercenari stranieri se saranno giudicati colpevoli.
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La minaccia è del capo dell'autoproclamata repubblica del Donetsk (Dpr) Denis Pushilin che ha affermato che se la Corte suprema della Dpr confermerà le loro condanne a morte, questi saranno giustiziati da un plotone di esecuzione. I condannati in questione sui quali sono puntati gli occhi sono in particolare i due britannici Shaun Pinner e Aiden Aslin e il marocchino Saadoun Brahim: che hanno fatto appello contro il verdetto.

"Tutti gli stranieri hanno presentato ricorso. Se il tribunale riconoscerà questa misura punitiva, saranno consegnati all'agenzia corrispondente per l'esecuzione della sentenza", ha precisato Pushilin. Il 9 giugno un tribunale della Dpr aveva condannato a morte i tre uomini.

Intanto si apprende che un terzo cittadino americano resulta essere tenuto prigioniero nelle mani dai separatisti filorussi in Ucraina. A rivelarlo alla stampa internazionale – il Guardian in particolare – sono stati i suoi amici, la famiglia e un gruppo di volontari specializzati nel salvataggio di cittadini americani.

Il suo nome è Suedi Murekezi, 35 anni, ed è stato arrestato il mese scorso a Kherson, la città portuale occupata dalla Russia nel sud dell’Ucraina, dove viveva da più di due anni. “Siamo tutti estremamente preoccupati, è ovviamente in pericolo”, ha affermato il fratello Sele Murekezi.

Dopo non averlo sentito per un mese, Sele ha ricevuto una telefonata dal fratello nelle prime ore del 7 luglio in cui diceva di essere stato imprigionato a Donetsk e di essere stato nella stessa prigione di Alexander Drueke e Andy Tai Ngoc Huynh, i due combattenti americani catturati dalla Russia il mese scorso.

Ma a differenza di Drueke e Huynh, gli amici e la famiglia di Murekezi sono convinti che Suedi non abbia partecipato a nessun combattimento in Ucraina e che si è trasferito nel Paese circa quattro anni fa, stabilendosi a Kherson nel 2020. “Lo stanno usando come una pedina per i loro scopi di propaganda”, ha denunciato Sele Murekezi.

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