“Droni iraniani ai russi”, Putin vola a Teheran

Un dron.

ISTANBUL.  – L’Iran è pronto a inviare alla Russia in tempi rapidi “parecchie centinaia” di droni armati da utilizzare in Ucraina. A meno di un giorno dall’annuncio della Casa Bianca, la Repubblica islamica ha fatto sapere che il presidente russo Vladimir Putin si recherà in visita ufficiale a Teheran la prossima settimana ma ha respinto le affermazioni del consigliere per la sicurezza nazionale americano Jake Sullivan, secondo cui non solo l’invio di droni sarebbe imminente ma la Repubblica islamica prevedrebbe già entro luglio l’addestramento delle forze russe all’utilizzo delle armi.

Teheran continua ad impegnarsi “affinché la guerra finisca e le parti tornino al negoziato”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Naser Kanani, negando che ci siano stati “importanti sviluppi” sulla cooperazione tecnológica con Mosca da quando il conflitto è iniziato a fine febbraio.

La prossima settimana comunque, il 19 luglio, oltre a Putin si recherà in visita ufficiale in Iran anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che avrà con l’omologo russo il primo incontro faccia a faccia da quando Mosca ha invaso l’Ucraina e la Turchia ha cercato di mediare tra i due fronti. Il vertice di Teheran arriverà ad una settimana dall’incontro, in programa domani a Istanbul, tra delegazioni della Difesa di Ankara, Mosca e Kiev, insieme a funzionari delle Nazioni Unite, il cui scopo è trovare un accordo per aprire corridoi sicuri nel mar Nero e permettere l’esportazione di grano dai porti dell’Ucraina.
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Oltre ad incontri bilaterali, Putin, Erdogan e il presidente iraniano Ebrahim Raisi si incontreranno a Teheran anche per discutere di Siria, ha fatto sapere il Cremlino. Turchia, Russia e Iran sono presenti con i loro eserciti in territorio siriano da molti anni, ma su fronti opposti. Fin dall’inizio del conflitto nel 2011, Ankara contesta il presidente Bashar al Assad, dando sostegno alle milizie che si oppongono al regime di Damasco, mentre Mosca e Teheran continuano ad appoggiarlo.

Nonostante queste divergenze, a partire dal 2017, Turchia, Iran e Russia hanno iniziato a tenere regolari incontri nella capitale del Kazakhstan – all’epoca Astana, oggi Nur Sultan – con l’obiettivo di arrivare a un cessate il fuoco nel nord della Siria. Ma il negoziato non ha finora prodotto risultati stabili e i colloqui negli ultimi anni si sono fatti più rari.

L’incontro della prossima settimana a Teheran potrebbe avere conseguenze anche rispetto all’annunciata operazione militare della Turchia contro le milizie curde, considerate da Ankara terroriste, che controllano ancora gran parte del nord della Siria. Da oltre un mese, Erdogan ha rivelato l’intenzione di portare avanti l’operazione ma per il momento non è ancora iniziata, mentre Russia e Iran non hanno ancora dato un esplicito appoggio alla campagna militare turca, che si svolgerebbe non lontano da dove si trovano i propri soldati.

(di Filippo Cicciù/ANSA).

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