Coronavirus Italia: balzo di casi e morti. Oms: “La pandemia non è finita”

Un'immagine del reparto di terapia intensiva all'ospedale Poliambulanza di Brescia, reparto Covid,
Un'immagine del reparto di terapia intensiva all'ospedale Poliambulanza di Brescia, reparto Covid, 25 gennaio 2022. ANSA/FILIPPO VENEZIA

ROMA. – La nuova ondata dovuta alle varianti di Omicron fa impennare ancora i casi di Covid-19 e i decessi in Italia. Salgono a 142.967 i nuovi contagi registrati nelle ultime 24 ore, un livello che non si raggiungeva dal 28 gennaio. Le vittime sono invece 157, non si avevano tanti decessi da fine aprile. E sono oltre mezzo milione i tamponi effettuati: non accadeva da marzo.

Nelle Regioni, intanto, si è messa in moto la macchina organizzativa per la quarta dose agli over 60 dopo il via libera dell’Aifa e la circolare del ministro Speranza. “La pandemia da Covid è tutt’altro che finita”, avverte l’Organizzazione mondiale della Sanità. Secondo il ministero della Salute attualmente sono 1.350.481 gli italiani positivi al Coronavirus. Sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 550.706 tamponi con il tasso di positività che si attesta al 26%. Era da marzo che non si registrava un numero così alto di tamponi.

A sovrapporsi al bollettino quotidiano anche i dati di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. La percentuale di posti nei reparti ospedalieri di area non critica occupati da pazienti Covid, sale di un punto nell’arco di 24 ore in Italia arrivando al 15%. È stabile invece al 4% la percentuale delle terapie intensive occupate. Entrambi i parametri erano, esattamente un anno fa, al 2%.

In molte regioni è ripartita la macchina organizzativa per la quarta dose dopo il via libera di Aifa, ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità all’estensione per gli over 60: viene raccomandata, con vaccino a mRNA, se è trascorso un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla prima dose di richiamo o dall’ultima infezione successiva al richiamo. E resta la raccomandazione per le persone “con elevata fragilità” a partire dai 12 anni.

In molte regioni la prenotazione si può fare online già dal 13 luglio e stanno riaprendo diversi hub vaccinali. La somministrazione potrà essere fatta anche presso il proprio medico di medicina generale e nelle farmacie che hanno aderito alla campagna vaccinale.

“Dopo un periodo di stallo sono ricominciate le richieste per la quarta dose di vaccino anti-Covid”, spiega Silvestro Scotti, segretario della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) che non vede criticità nelle dosi disponibili quanto piuttosto “nella riduzione del servizio nei mesi estivi e la necessità del recupero di periodi di riposo”.

“Le farmacie sono pronte ad affrontare questa nuova fase della campagna vaccinale anti-Covid”, afferma il segretario di Federfarma Roberto Tobia che consiglia alle singole regioni “di attivarsi il prima possibile per prendere accordi con le aziende sanitarie locali così da rifornire il prima possibile le farmacie”.

Ad oggi – secondo il sito dell’Unità di completamento della campagna vaccinale – sono state somministrate 1.348.490 quarte dosi al 30,49% della platea potenzialmente interessata. “Se l’emergenza è adesso, vaccinatevi e fate il richiamo adesso. Questo non escluderà la possibilità di fare un’altra dose di vaccino bivalente in autunno”, sottolinea l’infettivologo americano Anthony Fauci.

Per il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook ‘Coronavirus – Dati e analisi scientifiche’, “potremmo essere in prossimità del picco, che probabilmente potrebbe arrivare già nei prossimi giorni”. Secondo il fisico, dopo settimane in cui si era osservato un incremento dei casi di Covid-19 fino al 50%-60% negli ultimi sette giorni, si rileva un “forte rallentamento”, con una crescita del 4%.

L’andamento di ricoveri e decessi “continua invece a crescere: i primi sono aumentati del 20%, contro il 30% della settimana scorsa” e “stanno aumentando notevolmente i decessi, con un +43% e un totale di 629 negli ultimi 7 giorni”. Sono numeri che, osserva Sestili, “non devono stupirci, considerando che rispecchiano la fase di maggiore crescita dei contagi registrata fra due e tre settimane fa”. Vale a dire che i decessi oggi “sono crescita perché due settimane fa aumentavano i contagi”.

(di Titti Santamato/ANSA)