Colombia dissidenti Farc: leader Ivan Marquez è vivo

Iván Márquez
Iván Márquez, junto con los difuntos guerrilleros Jesús Santrich (Seuxis Pausias Hernández Solarte) y El Paisa (Hernán Darío Velásquez) en el video en que anuncian la vuelta a la lucha armada. Archivo

BOGOTÁ. – Luciano Marín “Iván Márquez”, capo dei dissidenti delle Farc “Segunda Marquetalia”, è sopravvissuto a un attacco avvenuto il 30 giugno in cui si ipotizzava che fosse morto, secondo quanto riferito dallo stesso grupo guerrigliero in un video diffuso dalla stampa locale.

Il 2 luglio, il presidente Iván Duque aveva riferito che le autorità stavano verificando se quanto riferito dai media in merito alla morte del dissidente – che il governo colombiano aveva localizzato in Venezuela – fosse vera o meno.

“Fortunatamente è rimasto illeso. Ha riportato solo lievi ferite ed è in buona salute”, dice il messaggio diffuso dai ribelli, vestiti con abiti mimetici e armati.

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Il portavoce dei dissidenti Farc ha accusato i militari e la polizia della Colombia di essere dietro l'attacco al loro comandante. In passato e secondo versioni delle autorità, altri dissidenti delle Farc, tra cui Oscar Montero "El paisa", Henry Castellanos "Romaña", Miguel Botache "Gentil Duarte" e Seuxis Paucivas "Jesús Santrich" sono morti in presunti attacchi delle forze di sicurezza.

Dopo aver aderito al processo di pace in Colombia anche come capo negoziatore, ed essere divenuto senatore per il partito nato dalla smobilitazione delle Farc, Ivan Márquez è successivamente tornato ad imbracciare le armi accusando il governo Duque di aver tradito gli accordi di pace.

D’altra parte, dieci guerriglieri dissidenti delle Farc sono morti in un'operazione congiunta delle forze armate e della polizia colombiane a San Vicente del Caguán, nel dipartimento meridionale di Caquetá, dove è stato sequestrato anche "abbondante materiale bellico". Lo ha riferito l'esercito colombiano secondo quanto riportato da radio Rcn.

L'operazione è stata condotta contro la Prima Struttura "Armando Ríos" dei dissidenti delle Farc, il cui capo principale è Nestor Gregorio Vera Fernández, conosciuto con lo pseudonimo di Iván Mordisco, uno dei guerriglieri più ricercati nel paese.

"Dopo l'operazione, le autorità competenti stanno effettuando tutte le azioni più urgenti e il successivo trasferimento in medicina legale dei morti, al fine di accertare identità, sesso ed età", si legge in una nota diffusa domenica sera.

Sul posto è stato sequestrato materiale che i guerriglieri "utilizzavano per intimidire la popolazione civile nell'area e pianificare le azioni terroristiche che avrebbero compiuto contro i colombiani, la forza pubblica e le infrastrutture dello Stato", continua il testo.

Le autorità attribuiscono a questo gruppo i reati di finanziamento illecito attraverso il traffico di droga, l'estorsione, il sequestro di persona, il reclutamento illecito di minori e di indigeni, nonché l'omicidio di leader sociali ed ex combattenti. Inoltre, è accusato di essere responsabile del sequestro di 17 membri di una missione medica nel dicembre 2019 e l'uccisione di diversi militari

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