I morti della Marmolada sono undici, trovato anche l’ultimo

Un elicottero trasporta del materiale dal luogo coinvolto nella valanga sul ghiacciaio della Marmolada a Canazei,
Un elicottero trasporta del materiale dal luogo coinvolto nella valanga sul ghiacciaio della Marmolada a Canazei, 05 luglio 2022. ANSA/ANDREA SOLERO

ROMA. – Sono undici le vittime accertate della tragedia della Marmolada dello scorso 3 luglio e nulla fa pensare che sotto la massa di ghiaccio e pietre che ha travolto le cordate vi siano altre persone. Il colonnello Giampietro Lago, comandante dei Ris di Parma, ha di fatto messo la parola fine al percorso di riconoscimento degli alpinisti travolti e uccisi dalla spaventosa slavina provocata dal distacco di una parte della calotta del ghiacciaio.

Gli esami del Dna effettuati sui resti recuperati, dunque, hanno confermato il numero dei morti, tra i quali c’è anche il ventiduenne Nicolò Zavatta, vicentino di Malo, il più giovane e l’ultimo ad essere recuperato. Oltre a lui hanno perso la vita Erica Campagnaro, Manuela Piran, Filippo Bari, Paolo Dani, Tommaso Carollo, Davide Miotti e Gianmarco Gallina (tutti veneti), Liliana Bertoldi (l’unica trentina) e due alpinisti della Repubblica Ceca, Pavel Dana e Martin Ouda.

L’ufficiale dei Ris a Canazei ha incontrato la stampa: “Il numero delle vittime si ferma ad undici e non abbiamo elementi per affermare che ve ne siano altre”, ha detto Lago. Se dovessero essere recuperati altri resti biologici, verranno sottoposti al test genetico, ma verosimilmente – ha spiegato ancora il responsabile del Ris – apparterranno ai corpi già recuperati.

Se il lavoro di identificazione delle salme si è concluso, non si sono invece fermate le attività di ricerca, come ha confermato Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento: “Continueremo e oggi voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito”, ha detto. Gli operatori erano sul ghiacciaio della Regina delle Dolomiti (hanno trovato resti biologici e attrezzature tecniche) e ci sarà un’operazione su una vasta area, che vedrà impegnati 21 tecnici tra soccorso alpino trentino, Finanza, Carabinieri, Polizia, vigili del fuoco volontari e del corpo permanente.

“Le ricerche proseguiranno almeno per altre due settimane”, ha ipotizzato Maurizio Dellantonio, presidente nazionale del soccorso alpino, ma con ogni probabilità il nulla osta della Procura di Trento per la restituzione delle salme alle famiglie arriverà prima. E non è solo il giorno che segna la fine del doloroso percorso di riconoscimento delle vittime. È anche il giorno del cordoglio.

Il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, ha proclamato una giornata di lutto cittadino. Alle 18, in concomitanza con la messa in suffragio celebrata dai vescovi di Trento e Vicenza, è stato osservato un minuto di silenzio su tutto il territorio comunale e le attività commerciali hanno abbassato per 10 minuti le serrande.

“L’immagine della Marmolada sfregiata dalla valanga, chiama l’intera umanità a intraprendere un serio cammino di riconciliazione con il creato per tornare a custodirlo e a proteggerlo, come si fa con i fratelli e le sorelle”. È questo uno dei passaggi più significativi dell’omelia dell’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, durante la messa, concelebrata con il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Canazei.

“Un disastro umano e ambientale”, ha fatto eco a Tisi il prelato vicentino. “Il silenzio è l’atteggiamento meno improprio per accostare il volto rigato dalle lacrime di quanti sono stati privati, in un attimo, della possibilità di dialogare, sorridere, far festa con i propri familiari ed amici”, ha detto ancora Tisi.

Alla cerimonia religiosa erano presenti il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, il presidente della regione Veneto, Luca Zaia: entrambi prima dell’inizio della messa si sono intrattenuti con i familiari delle vittime presenti in chiesa. A rappresentare Palazzo Chigi il segretario generale Roberto Chieppa.

Intanto, si sono registrate altre due vittime in montagna: una sul Lagazuoi, a monte delle Gallerie, dove ha perso la vita un turista romano di 68 anni. Un secondo decesso a Tires, sulla ferrata Laurenzi, fra l’Alpe di Tires e il Catinaccio, dove un ventottenne è precipitato riportando ferite mortali.

(di Gianfranco Piccoli/ANSA)

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