Madrid prova a rilanciare un ‘patto sui redditi’ nazionale contro l’inflazione

MADRID — Suddividersi i costi di un’inflazione da capogiro per evitare impatti squilibrati. Con un accordo collettivo che coinvolga le parti sociali. È questa l’idea riproposta ora dal governo spagnolo, un’iniziativa già lanciata tempo fa ma rapidamente accantonata per la lontananza nelle posizioni iniziali tra gli attori chiamati in causa. Ma i prezzi continuano a correre, e la ricerca di soluzioni si fa impellente: c’è già infatti chi agita lo spettro di una possibile recessione nei prossimi mesi. 

Sinora, il punto di maggior disaccordo manifestato da sindacati, da una parte, e industriali, dall’altra, per raggiungere un “patto sui redditi” (insieme di misure fiscali condivise per reggere la spinta dell’inflazione) riguarda gli aumenti di salario invocati per mantenere il potere d’acquisto dei lavoratori. I primi chiedono che questi incrementi siano associati con delle “clausole di revisione” all’evoluzione dell’inflazione. I secondi sostengono invece che tale richiesta è “insostenibile”, perché comporterebbe una “perdita di competitività” delle aziende.

Ieri sera, diversi esponenti del governo si sono riuniti con rappresentanti sindacali e delle principali organizzazioni industriali (Ceoe e Cepyme) per tornare a discutere di politica dei redditi. Al termine dell’incontro, la vicepremier e ministra dell’Economia Nadia Calviño ha dichiarato che è necessario un accordo triennale con cui si accetti di “non ampliare i margini di profitto delle aziende e aumentare in modo contenuto i salari”. 

Per il momento, riporta la tv pubblica spagnola TVE, la prospettiva di un accordo che contempli questi aspetti resta distante. Ma sia i sindacati sia la Ceoe hanno manifestato di essere disposti a parlarne. Da parte di Comisiones Obreras e Ugt, le due principali organizzazioni dei lavoratori, si ritiene però imprescindibile “non parlare solo di contenimento dei salari”.

Il presidente della Ceoe, Antonio Garamendi, oggi ha invece affermato ai cronisti: “Il patto sui redditi, se ci sarà, non riguarda solo il lavoro privato, i datori di lavoro, i sindacati e i lavoratori perché quello è l’accordo nazionale sui contratti collettivi, bisogna parlare di dipendenti pubblici, tasse, cosa succede con le pensioni”.

I negoziati, stando alle posizioni di partenza di imprenditori e rappresentanti dei lavoratori, non appaiono per tanto facili: stando ad alcuni media, per eventuali sviluppi bisognerà attendere la fine dell’estate. Nel frattempo, l’inflazione è arrivata a giugno al 10,2%, secondo gli ultimi dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (INE). E i sindacati già preannunciano un ‘autunno caldo’ se non si arrivasse a soluzioni.

Redazione Madrid

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