La Francia annuncia la rinazionalizzazione di Edf

PARIGI.  – Parigi ha deciso di riprendere il totale controllo del suo colosso energetico, rinazionalizzando l’Edf. Perchè, ha scandito la neopremier Elisabeth Borne nel suo primo discorso al Parlamento, la Francia deve riassumere la sovranità nel settore, con un occhio anche al nucleare, per affrontare le sfide future con la guerra in Ucraina che ha messo in luce tutte le criticità, dalla crisi del gas al caro bollette che spinge l’inflazione, fino alle cruciali scelte strategiche per il futuro anche in chiave di transizione ecologica.

La parziale privatizzazione che, ai tempi di Nicolas Sarkozy, aveva visto lo stato francese scendere all’85% del suo grupo energetico, sarà quindi archiviata.

Un annuncio atteso: “Vi confermo – ha detto Borne – l’intenzione dello Stato di possedere il 100% del capitale di Edf. Questa evoluzione consentirà al gruppo di rafforzare la sua capacità di portare avanti al più presto possibile progetti ambiziosi e indispensabili per il nostro futuro energetico”. Una mossa che ha fatto impennare i titoli del gruppo d’oltralpe con le azioni che, poco prima della chiusura delle contrattazioni, a Parigi guadagnavano quasi il 15% a 8,98 euro (+14,53%).

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Borne ha evocato le “sfide della sovranità”, tornando a premere per “un’Europa più indipendente”, sull’energia e non solo. E, rivolgendosi alle opposizioni, ha lanciato un appello a “costruire insieme” dei “compromessi” per rispondere alle sfide economiche o climatiche. Ma l’appello non solo è caduto nel vuoto, ma ha visto gli avversari del nuovo governo Macron, fresco di rimpasto, insorgere. Più volte nel corso dell’intervento della premier nell’aula sono risuonati fischi. Con la gauche di Jean-Luc Mélenchon (Nupes, La France Insoumise) che si  è presentata con una mozione di sfiducia, sognando ancora di mandare i macronisti “a casa”. Dall’altro fronte, invece, Marine Le Pen (Rassemblement National) ha attaccato un governo considerato “fuori controllo”.

Oltre alla rinazionalizzazione dell’Edf, Borne ha parlato anche della riforma delle pensioni delle misure per combattere l’inflazione, la discesa del potere d’acquisto e i rischi economici di una Paese che, come molti altri in Europa, si trova alle prese con gli effetti dell’invasione russa in Ucraina. Un discorso che la Le Pen ha bollato come una “provocazione politica”, accusando il presidente di andare avanti come se “non  fosse accaduto nulla”. Implicito il riferimento alle elezioni legislative del 12 e 19 giugno, quando i macronisti hanno perso per la prima volta la maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale.

Il discorso di un’ora e 25 minuti è stato contestato anche dai banchi della gauche Nupes (Nouvelle Union Populaire Ecologique et Sociale), con tanto di presentazione della sfiducia. Un gesto soprattutto simbolico, dal momento che se anche votassero tutti i deputati dell’Unione (France Insoumise, socialisti, comunisti ed ecologisti) il numero massimo (151 deputati) non raggiungerebbe la maggioranza necessaria a far cadere l’esecutivo (289).

Mélenchon continua a dirsi certo che la crisi nata con le legislative potrebbe protrarsi fino ad un “blocco del parlamento”. Per il tribuno della gauche, questa si risolverà “con nuove elezioni” che la sinistra unita, secondo lui, potrà vincere.

(di Paolo Levi/ANSA).

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