Sale la spesa per l’energia, a rischio consumi e Pil

Una mano con una matita indica sullo schermo l'andamento grafico.
Una mano con una matita indica sullo schermo l'andamento grafico dei costi del gas e l'elettricitá.

ROMA.  – L’aumento delle spese “fisse” preoccupa Confcommercio che vede a rischio i consumi e quindi con loro la crescita. Spese “trainate” dall’aumento “abnorme” dei costi per energia, gas e carburanti per i quali il presidente, Carlo Sangalli, chiede al Governo un intervento netto su energia insieme a quello sul cuneo fiscale.

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Il desiderio di ritorno alla normalità – spiega il Centro studi di Confcommercio – sta sostenendo, in questa prima parte dell'anno, i consumi delle famiglie con alcuni comparti in forte recupero – come il turismo e l'area della convivialità e del tempo libero – ma ci sono settori che ancora stentano, come l'automotive e l'abbigliamento. Un quadro che rischia un forte rallentamento, soprattutto dopo l'estate, a causa dell'impatto sul potere di acquisto delle famiglie dell'inflazione (prevista intorno al 7% nel 2022), degli aumenti dell'energia e delle spese obbligate. Queste ultime, infatti, nel 2022 raggiungono la quota record del 42,9% sul totale dei consumi, il valore più alto di sempre, con un incremento dell'incidenza di 6,3 punti dal 1995 ad oggi.

In pratica: su un totale consumi all'anno di oltre 19mila euro pro capite, per le spese obbligate se ne vanno 8.154 euro (+152 euro rispetto all'anno scorso), tra queste spese, la quota principale è rappresentata dalla voce abitazione (4.713 euro) ma il contributo maggiore all'incremento complessivo viene dall'aggregato energia, gas e carburanti (1.854 euro) che, nella media del 2022, raggiunge un'incidenza sul totale consumi del 9,7%, valore mai registrato prima. Questo avrà l'effetto di comprimere la spesa su molte aree delle spese libere con il rischio di deteriorare il clima di fiducia attuale e prospettico.

La tendenza, seppure enfatizzata nell’ultimo biennio, – spiega ancora il Centro Studi – è di lungo periodo ed ha radici profonde. I prezzi di molte delle spese che confluiscono nell’aggregato degli obbligati si formano sovente in regimi regolamentati e, comunque, in mercati scarsamente liberalizzati.

Ciò si è riflesso in una perdurante pressione inflazionistica che ha sottratto risorse ai consumi che meglio rappresentano i gusti e le scelte delle famiglie. È auspicabile che, anche nell’attuazione del PNRR, attraverso la realizzazione di un ampio programma di riforme, vengano rimosse, almeno in parte, le strozzature ancora presenti in questi mercati, così da riportare l’inflazione dei beni e servizi obbligati più in linea con le dinamiche osservate per i commercializzabili, dopo il riassorbimento dello shock sui costi dell’energia.

“La crescita a dismisura del costo dell’energia – spiega Sangalli – incide pesantemente anche sulle spese obbligate, come quelle per la casa, che toccano livelli record. Per evitare di deprimere i consumi e congelare la ripresa è necessario che l’Europa metta un tetto al prezzo del gas e il Governo agisca più incisivamente su caro energia e cuneo fiscale”.

(di Francesco Carbone/ANSA).

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