Usa: “price cap sul petrolio”. Tetto al gas in salita

Consiglio dell'Unione Europea a Bruxelles.
Consiglio dell'Unione Europea a Bruxelles. (ANSA/EPA)

BRUXELLES. – L’Ucraina ormai è l’ultimo dei problemi. Nel senso che il sì allo status di Paese candidato per Kiev – così come per la Moldavia – non è in discussione: i 27 hanno trovato la quadra e i leader Ue non introdurranno condizionalità aggiuntive. La guerra resta ovviamente una priorità. Anche e soprattutto per le sue ramificazioni su energia ed economia. Ed è su questo punto che il Consiglio europeo potrebbe trasformarsi in un teatro di nuovo scontro.

La giornata da cerchiare con il rosso è quella di venerdì: prima all’Eurosummit e poi nell’ultima sessione del Consiglio si parlerà di inflazione, crisi energetica e price cap. Ma sul tetto al prezzo del gas la strada resta in salita. Più probabile che l’Ue si muova prima su quello al petrolio, sulla spinta degli Usa, che poteranno la proposta al G7 di fine giugno.

Gli Stati Uniti, come ha spiegato la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen, stanno infatti studiando con gli alleati l’opzione di limitare ulteriormente le entrate petrolifere con Mosca. Il price cap al petrolio è uno dei cavalli di battaglia di Joe Biden, che ne parlò a Washington anche con Mario Draghi, e con le elezioni di midterm non più lontane il presidente degli Usa vuole accelerare. I leader Ue ne parleranno ma, in linea di principio, dall’alleato europeo c’è più di un’apertura.

Sul tetto al prezzo dal gas, invece, a Bruxelles c’è un senso di minore urgenza. “Stiamo valutando diverse opzioni”, ha spiegato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Ma l’esecutivo europeo vuole attendere anche le indicazioni che arriveranno dal summit dei leader. Difficile che la Commissione vari una proposta entro inizio luglio. Di fronte ai tagli della Russia, la priorità è la diversificazione, si spiega a Bruxelles. La guerra di Mosca sul gas esclude anche un suo inserimento in un eventuale settimo pacchetto di sanzioni. Ma in Ue c’è chi sta spingendo su nuove misure anti-russe. Misure che potrebbero colpire nuovamente export e finanza. E secondo alcuni media internazionali – ma al momento mancano conferme ufficiali – l’Ue potrebbe colpire le riserve d’oro di Mosca.

Gli aspetti più legati alla guerra in Ucraina saranno sul tavolo del vertice nella giornata di giovedì, dove sul tavolo potrebbe irrompere anche il caso Kaliningrad e non si escludono possibili ritocchi all’attuazione delle sanzioni Ue da parte di Vilnius. Giovedì arriverà anche l’atteso sì alla candidatura di Kiev. “Abbiamo osservato un consenso totale sulla questione dello status di Paese candidato all’Ue per l’Ucraina”, ha annunciato il ministro francese per gli Affari Ue Clément Beaune al termine del consiglio Affari generali. Non solo. A quanto si apprende, ci sono alcune nazioni che vorrebbero veder esteso lo status anche alla Georgia, andando oltre alle raccomandazioni della commissione stessa. Ma il loro entusiasmo difficilmente troverà l’unanimità del Consiglio europeo. La Moldavia, invece, otterrà la candidatura, con buona pace dei Balcani Occidentali.

Non a caso prima del Consiglio i 27 hanno convocato una riunione i leader della regione, dove c’è chi fa pacientemente la fila da anni per entrare nel club. Ma la tensione è altissima. Il nodo del veto bulgaro ai negoziati di adesione per la Macedonia del Nord a meno di colpi di scena non sarà sciolto in tempo, mentre per l’Albania ostacoli non ci dovrebbero essere. Tanto che si parla di sdoppiare il dossier. Morale: non è certo che tutti e sei i Paesi dei Balcani occidentali alla fine vengano a Bruxelles.

La cena della prima giornata del Consiglio europeo chiuderà la questione allargamento con un dibattito sulla proposta francese di una Comunità politica europea sulla quale, al momento, serpeggia lo scetticismo di diverse cancellerie europee. Venerdì invece si parlerà di economia. E, all’eurosummit gli occhi saranno tutti per la presidente della Bce Christine Lagarde. “La crescita è più bassa ma l’economia della zona euro ha dei punti di forza”, ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo Pascal Donohoe. Ma in Europa, con la spirale dell’inflazione e di una guerra senza fine, non tutti ora sembrano crederci.

(di Michele Esposito e Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA).

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