I filorussi: “All’Azot cominciano ad arrendersi”

Un post tratto dal profilo Tpyxa mostra lo stabilimento Azot di Severodonetsk in fiamme dopo i bombardamenti dell'artiglieria russa. (ANSA)

ROMA.  – Al 114/mo giorno di guerra, la resistenza dell’Azot è allo stremo. Nella fabbrica chimica, ultimo baluardo dei difensori ucraini di Severdonetsk, i combattenti asserragliati sono ormai circondati dalle forze nemiche e, secondo le milizie filorusse, hanno cominciato ad arrendersi.

Il governatore della regione di Lugansk, Serhiy Gaidai, ha riferito che all’interno “ci sono 568 persone, tra cui 38 bambini”, ed è impossibile che escano a causa dei “continui bombardamenti e combattimenti”, mentre i filorussi non escludono nuovi corridoi umanitari, dopo quello fallito nei giorni scorsi. L’Onu, intanto, ha lanciato l’allarme, affermando che la situazione è “particolarmente preoccupante” a Severodonetsk e dintorni.

Nel frattempo, è giunta notizia di un terzo combattente volontario americano scomparso, che potrebbe essere stato catturato dai russi, l’ex marine Grady Kurpasi. Di lui non si avevano più notizie dal 23 aprile, periodo in cui con altri stranieri era stato incaricato di presidiare un posto di osservazione militare vicino a Kherson.

Su Telegram, intanto, una foto degli altri due cittadini statunitensi finiti nelle mani delle forze russe nei pressi di Kharkiv è stata diffusa da un blogger. Lo scatto mostra i due combattenti dell’Alabama nel retro di un camion militare russo, con le mani dietro la schiena, presumibilmente legate. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto di non saperne nulla.

L’esercito russo ha dichiarato che sono poco meno di 7.000 i “mercenari stranieri” arrivati da 64 paesi ;;in Ucraina dall’inizio del conflitto e che quasi 2.000 di loro sono stati uccisi.

Sul fronte navale, Kiev ha intanto rivendicato l’affondamento di un’altra nave russa. Secondo la Marina ucraina, si tratta del rimorchiatore Vasily Bekh, che sarebbe stato colpito mentre era diretto all’Isola dei serpenti con a bordo munizioni, armi e personale della flotta, oltre che un sistema missilistico antiaereo.

Secondo l’analisi odierna del capo di stato maggiore della Difesa del Regno Unito, Tony Radakin, la Russia ha di fatto “strategicamente già perso”. Ma intanto sul campo continuano pesanti i combattimenti e i raid. Un bombardamento missilistico a Mykolaiv ha causato almeno due morti e 20 feriti, secodno il governatore Vitaly Kim. Nella regione di Kharkiv almeno 10 case private sono state danneggiate e una scuola e un condominio sono stati distrutti, secondo il governatore, Oleh Synyehubov.

“I combattimenti – ha scritto su Telegram – continuano sulla línea di contatto. Nella direzione di Kharkiv, il nemico ha cercato di condurre una perlustrazione combattendo nell’area di Kochubeyevka, ma ha subito perdite e si è ritirato. Nella zona di Izium nostri difensori respingono tutti gli attacchi del nemico”.

Sul triste conteggio delle vittime resta molto difficile stabilire delle cifre attendibili. A Mariupol, sotto controllo russo da maggio, le autorità ucraine parlano di circa 20.000 civili morti. A livello militare, fonti di sicurezza occidentali riferiscono ora di 15.000-20.000 soldati russi uccisi. Secondo Kiev, le forze ucraine perdono centinaia di soldati ogni giorno.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha dal canto suo registrato 10.094 civili colpiti dall’inizio dell’invasione russa, di cui 4.509 morti e 5.585 feriti.

(di Stefano de Paolis/ANSA).

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