Dopo 41 anni torna libero l’uomo che sparò a Reagan

John Hincley davanti alla casa bianca. Archivio. ANSA.

NEW YORK. – Si chiude un capitolo di storia: John Hinkley, che nel 1981, due mesi dopo l’insediamento, sparò contro Ronald Reagan ferendolo gravemente fuori dall’Hotel Hilton di Washington, è stato liberato da ogni restrizione imposta dalle corti.

“Dopo 41 anni, due mesi e 15 giorni sono finalmente libero”, ha detto l’uomo che, infatuato di Jodie Foster dopo averla vista in “Taxi Driver”, sparò sei colpi di una calibro 22 contro l’allora capo della Casa Bianca, centrando alla testa anche il portavoce Jim Brady, rimasto semiparalizzato per sempre.

Fu un gesto folle, per attirare su di sé l’attenzione della giovanissima diva, le cui ramificazioni continuano a farsi sentire nell’America di oggi. Senza volere, secondo gli storici, il 26enne Hinkley contribuì a costruire la leggenda del neo-eletto Reagan come eroe invincibile, aprendo la strada a otto anni di Casa Bianca. L’attentato, in cui furono feriti anche un poliziotto e un agente del Secret Service, mandò Brady in fin di vita: sopravvissuto in sedia a rotelle, il portavoce dedicò il resto dei suoi anni a combattere contro le armi facili a disposizione di tutti e nel 2014 la sua morte fu decretata “un omicidio”.

Hinckley era un figlio di papà, cresciuto in Texas in una famiglia abbiente. L’anziano che oggi si è svegliato uomo libero è ben diverso dal giovane spostato che quattro decenni fa provocò un terremoto nella politica Usa. L’annuncio della fine delle restrizioni significa che d’ora in poi John potrà liberamente muoversi e usare internet. “Se Reagan non fosse stato il bersaglio, questo sarebbe successo molto, molto tempo fa”, ha detto il giudice Paul Friedman che a settembre aveva preannunciato lo stop delle misure.

Al processo Hinckley era stato trovato non colpevole per ragioni di infermità mentale: un verdetto che all’epoca scatenò una dura ondata di proteste e la modifica delle leggi per rendere sempre più difficile l’uso di questa circostanza attenuante. Rinchiuso in un ospedale psichiatrico, Hinckley era rimasto sotto chiave per 35 anni. Le restrizioni erano state poi progressivamente rimosse, incluso il divieto di usare Internet: oggi l’attentatore ha profili su Twitter e YouTube con un seguito di circa 30 mila persone.

La ritrovata libertà per il 67enne Hinckley include ora la possibilità di pubblicare a suo nome – e non in forma anonima – i suoi scritti e le sue opere d’arte e di cantare in pubblico.

Ma un concerto da tempo in programma a Brooklyn l’8 luglio è stato cancellato per motivi di sicurezza. Avrebbe dovuto mandare il messaggio che “i problemi della salute mentale e un passato criminale possono essere superati dopo aver passato un periodo di espiazione pagando il debito alla società”, ma alla resa dei conti gli organizzatori hanno deciso che non valeva la pena rischiare: “Avremmo deciso diversamente se avessimo pensato che la musica era importante e trascendeva l’infamia, ma non era questo il caso”.

(di Alessandra Baldini/ANSA).

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