La Banca Mondiale lancia l’allarme della stagflazione

Sede della Banca Mondiale a Washington.
Sede della Banca Mondiale a Washington.

NEW YORK. – L’economia mondiale rischia di avviarsi verso una stagflazione stile anni 1970 a causa del pericoloso mix tra crescita debole e prezzi elevati. A lanciare l’allarme è la Banca Mondiale, secondo cui è possibile che per molti Paesi sarà “difficile evitare una recessione”.

L’istituto di Washington accompagna l’avvertimento con un drastico taglio delle stime di crescita globali e con un appello all’azione “per evitare le peggiori conseguenze della guerra in Ucraina sull’economia”. Dopo il +5,7% del 2021, il pil mondiale è atteso crescere quest’anno del 2,9%, decisamente meno del 4,1% previsto in gennaio, con una forte frenata sia per le economie avanzate sia per quelle emergenti. Per gli Stati Uniti è prevista una crescita di appena il 2,5% quest’anno e del 2,4% il prossimo. Il pil di Eurolandia crescerà invece del 2,5% nel 2022 e dell’1,9% nel 2023.

“Il rischio stagflazione è considerevole”, avverte il presidente della Banca Mondiale David Malpass, osservando che se dovesse verificarsi il peggio la crescita globale potrebbe scendere vicino allo zero nei prossimi due anni. L’ultima volta che il mondo si è trovato davanti al rischio stagflazione è stato negli anni 1970, quando lo shock petrolifero affondò la crescita e fece schizzare i prezzi.

Il timore che uno scenario simile possa ripetersi aleggia da diverso tempo fra gli economisti e gli analisti, sempre più preoccupati dalla corsa senza freni dell’inflazione. Negli Stati Uniti è a “livelli inaccettabili”, dice il segretario al Tesoro americano Janet Yellen, ribadendo comunque che il fenomeno non è limitato agli Usa ma è globale. “Il calo dell’inflazione deve essere la priorità assoluta”, aggiunge Yellen.

E la Fed, spiega l’ex numero uno della banca centrale Usa, ha un ruolo importante nella lotta al caro-vita. E proprio sulla Fed sono puntati i riflettori in vista della riunione della prossima settimana, quando è atteso un nuovo rialzo dei tassi di interesse da mezzo punto percentuale. Una stretta parte di un’aggressiva azione che, è la paura, rischia si soffocare la ripresa e far scivolare gli Stati Uniti in recessione.

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