L’Italia riparte con Gnonto, pari e fiducia con Germania

Lorenzo Pellegrini mette a segno l'1-0 per l'Italia contro la Germania al Dall'Ara.
Lorenzo Pellegrini mette a segno l'1-0 per l'Italia contro la Germania al Dall'Ara. ANSA /SERENA CAMPANINI

BOLOGNA. – Da Wembley al Dall’Ara, la giovane Italia si rimette in carreggiata. Fatte le dovute proporzioni, gli azzurri di Bologna, città dove Roberto Mancini ha esordito da calciatore e che questa sera gli ha regalato un ottimo pareggio in Nations League contro una Germania arrivata in formato mondiale, sono apparsi più simili nello spirito a quelli dell’Europeo vinto un anno fa che non a quelli bastonati dall’Argentina, a Londra, solo mercoledì scorso.

La paura di una seconda disfatta contro un avversario temibile si è trasformata in fretta in entusiasmo grazie ai cambiamenti di formazione e la cinquantesima panchina del Mancio da ct è stata premiata dal coraggio di aver lanciato per la prima volta nella mischia una serie di esordienti.

Tra tutti Wilfred Degnand Gnonto, 18enne cresciuto nell’Inter ma che per giocare ha avuto bisogno di andare in Svizzera e che, debuttando in azzurro alla stessa età del tecnico, ha regalato l’assist a Pellegrini per il momentaneo vantaggio dell’Italia. Ha mostrato di avere corsa, voglia e qualità, caratteristiche fondamentali per aprire il ciclo che dovrebbe servire a far dimenticare la grande delusione del Mondiale mancato. Sperimentale l’Italia di Mancini ma chi è sceso in campo non ha badato alle polemiche sui compagni che in questi giorni hanno lasciato prematuramente il ritiro.

Più che collaudata la Germania di Flick, con sei su undici del Bayern Monaco e pochissimo spazio all’improvvisazione. Basta dare un’occhiata al numero di presenze in Champions dei giocatori schierati per avere in istantanea il gap di esperienza internazionale tra le due formazioni: Germania 543 presenze e 107 gol, Italia 128 presenze e due gol (uno di Florenzi e uno di Pellegrini). Più Thomas Muller, da solo, che tutti gli azzurri messi insieme.

Quasi naturale allora che la partita in avvio la facciano i tedeschi, che ormai da qualche anno hanno aggiunto alle storiche caratteristiche di fisicità e organizzazione i piedi di calciatori come Gnabry o Sané, questa sera entrambi, per la verità, poco concreti.

Gli azzurri provano soprattutto a non scomporsi, abbassano il ritmo, ma non rinunciano a giocare, come vuole Mancini, seppur di rimessa. Affidano al debuttante Frattesi le fiammate, a Tonali le idee. Scamacca si è battuto finché è rimasto in campo tra Ruediger e Sule, spesso si è liberato per la conclusione. La situazione più pericolosa al 34′, subito dopo aver fallito in maniera un po’ comica un passaggio di tacco, l’attaccante del Sassuolo riprende palla e colpisce il palo esterno dai 20 metri. I tedeschi rispondono con Gnabry: dopo un’azione insistita di squadra nell’area di Donnarumma, spara alto da ottima posizione, un errore grave nella miglior azione del primo tempo degli ospiti.

Il timore di rivivere un’altra serata di sofferenza dopo l’Argentina si attenua minuto dopo minuto e gli azzurri prendono confidenza. Scamacca continua a creare problemi ai difensori, Politano si avvicina al palo con una conclusione deviata da fuori, ed è proprio una botta rimediata dal giocatore del Napoli a liberare spazio per il giovane protagonista della partita.

Willy Gnonto entra e al terzo pallone che tocca fa il miglior cross della serata, un assist perfetto per Pellegrini che spinge dentro il suo quarto gol in nazionale. Il ragazzo dello Zurigo è già un idolo, ma la gioia dura un paio di minuti, il tempo per Kimmich di infilare Donnarumma, gol convalidato dopo un check al var per un tocco di mano di Werner, ma con braccio aderente al corpo.

Ma la rete non ferma gli azzurri, che continuano fino alla fine a provarci, non si chiudono e nonostante Mancini faccia diversi cambi, non si disuniscono. Gnonto ha il tempo per prendersi altri applausi, Donnarumma per dimostrare sicurezza in un paio di situazioni. Entrambi potranno essere personaggi importanti del nuovo ciclo.

Alla fine un buon punto, ma soprattutto alcuni buoni segnali da cui ripartire con fiducia. Martedì a Cesena c’è l’Ungheria, che ha battuto l’Inghilterra vicecampione d’Europa. Non è la Germania, neppure l’Argentina, ma non ci si potrà rilassare.

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